camminare insieme Settembre 2005   

In cerca di chi?

Nella quiete di questi giorni di fine estate, durante i quali ho più tempo per riflettere e per ripensare ai prossimi impegni pastorali, mi è venuto in mente quel racconto di un padre della Chiesa che spiegava l’allontanamento di molti dall’esperienza cristiana:
“Un cane e poi tanti altri segugi, presero a correre dietro ad una volpe che il cane aveva visto e di cui seguiva le tracce.
Presto o tardi, però, al sopraggiungere della stanchezza, coloro che non avevano visto la volpe si fermavano e, dopo una sosta indecisa, facevano dietro front e se ne tornavano a casa”.

Come è d’attualità questa immagine!
La ripresa autunnale, con l’apertura di un nuovo anno pastorale, che per noi ambrosiani sarà nel segno della solidarietà e della condivisione, assomiglia fin troppo ad una corsa: cose da fare, appuntamenti, riunioni. Incontri si affacciano e prendono il loro posto in agenda. Pericolo! Correre semplicemente perché portati dalla necessità: ma ci siamo trovati veramente davanti alla volpe?
Di qui la stanchezza, il senso di smarrimento, la sfiducia che porta a tornare sui propri passi con la coda tra le gambe.

Si dà ancora qualche abbaiata, ma non è un ululare alla luna. Tutto sommato, nella pastorale, si ha l’impressione di una minestra riscaldata, proposta a gente ormai abituata a consumare di tutto senza, peraltro, provare piacere. Si ripiega su frasi fatte che non domandano la fatica della preparazione o l’impegno della disponibilità; si annunciano valori, si declina una morale appiattita su luoghi comuni!
Alla fine, della volpe non se ne parla più. Come ripartire, superando mugugni e lamentele con un po’ di entusiasmo creativo? L’ideale - è chiaro - sarebbe potersi trovare personalmente faccia a faccia con la volpe; piantarle solo per un momento gli occhi addosso, per gettarsi poi nella caccia senza troppi “ma” e “forse” dello scettico e dell’incredulo.
C’è pure anche un’altra strada: lasciarsi coinvolgere da chi è in cammino verso la meta. Cioè appartenere ad una comunità, ad una Chiesa di fratelli dove un fratello è più importante delle ragioni, e anche quando costituisce una spina sul fianco, rimane un compagno con cui camminare.
Chiesa che celebra, che fa festa Chiesa che ama con le mani, non tanto nel gesto dell’elemosina, ma nella carezza con cui passa le dita sul volto del povero.
Chiesa che racconta Dio nei gesti della fraternità, che diventa scuola di umanità. Allora non mancherà mai la compagnia di chi è ancora disposto a mettersi sulle tracce di Colui che già si riflette in una comunità che è tale e rimane l’alternativa all’inconcludente girare attorno a se stessi.

Don Guglielmo Cestonaro
parroco



"Non si può chiudere

gli occhi dinanzi

alla miseria"

San Leonardo Murialdo






Appuntamento con il

Eccoci all'inizio di un nuovo anno pastorale. Questo sarà l'ultimo anno in cui l'attuale Consiglio resterà in carica. Scadono, infatti, i 5 anni regolamentari e, a tempo debito, verranno indette le elezioni per il suo rinnovo.
Ritengo che un notevole ricambio di persone farebbe bene alla comunità. Mi viene da pensare anche ad un ricambio generazionale, anche se mi rendo conto che è sempre più difficile coinvolgere i venti/trentenni in questo tipo di attività.

In tutti gli argomenti trattati in questi anni - dall'evangelizzazione, alla famiglia, dalla catechesi d’iniziazione cristiana alla liturgia ecc. - una delle esigenze più evidenti era la ricerca di strade nuove in grado di accendere nuovi entusiasmi. Occorrono quindi idee, progetti e proposte che, forse, chi si dovesse affacciare alla realtà di un Consiglio Pastorale per la prima volta sarebbe più in grado di formulare.
La partecipazione al CPP è un’esperienza interessante e, oltretutto, dà modo di conoscere la realtà parrocchiale da un altro punto di vista. Capendo le difficoltà che molto spesso si nascondono dietro ogni decisione, s’impara a essere più comprensivi e tolleranti. In cambio, occorre essere propositivi e innovatori. E’ evidente che quando da troppo tempo si ricopre lo stesso ruolo - e parlo per me - queste qualità vadano scemando e il ricambio, allora, non è un optional, ma una necessità imprescindibile per il miglior funzionamento della vita della nostra comunità.

Marinella Giannetti




"Dio ha riversato
la sua grazia su di noi"

(Ef 1.1-23)

 



Indirizzo
[1]]Paolo, apostolo di Gesù Cristo per volontà di Dio, ai santi che sono in Efeso, credenti in Cristo Gesù: [2] grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo.

Il piano divino della salvezza
[3] Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo. [4] In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, [5] predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo, [6] secondo il beneplacito della sua volontà. E questo a lode e gloria della sua grazia, che ci ha dato nel suo Figlio diletto;
[7] nel quale abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, la remissione dei peccati secondo la ricchezza della sua grazia. [8] Egli l'ha abbondantemente riversata su di noi con ogni sapienza e intelligenza, [9] poiché egli ci ha fatto conoscere il mistero della sua volontà, secondo quanto nella sua benevolenza aveva in lui prestabilito [10] per realizzarlo nella pienezza dei tempi: il disegno cioè di ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo come quelle della terra. [11] In lui siamo stati fatti anche eredi, essendo stati predestinati secondo il piano di colui che tutto opera efficacemente conforme alla sua volontà, [12] perché noi fossimo a lode della sua gloria, noi, che per primi abbiamo sperato in Cristo. [13] In lui anche voi, dopo aver ascoltato la parola della verità, il vangelo della vostra salvezza e avere in esso creduto, avete ricevuto il suggello dello Spirito Santo che era stato promesso, [14] il quale è caparra della nostra eredità, in attesa della completa redenzione di coloro che Dio si è acquistato, a lode della sua gloria.

Trionfo e supremazia del Cristo
[15] ]Perciò anch'io, avendo avuto notizia della vostra fede nel Signore Gesù e dell'amore che avete verso tutti i santi, [16] non cesso di render grazie per voi, ricordandovi nelle mie preghiere, [17] ]perché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una più profonda conoscenza di lui. [18] Possa egli davvero illuminare gli occhi della vostra mente per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi [19] e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi credenti secondo l'efficacia della sua forza [20] che egli manifestò in Cristo, quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla sua destra nei cieli, [21] al di sopra di ogni principato e autorità, di ogni potenza e dominazione e di ogni altro nome che si possa nominare non solo nel secolo presente ma anche in quello futuro. [22] Tutto infatti ha sottomesso ai suoi piedi e lo ha costituito su tutte le cose a capo della Chiesa, [23] la quale è il suo corpo, la pienezza di colui che si realizza interamente in tutte le cose.



Questo brano, sotto forma di preghiera e inno, offre una sintesi dottrinale di tutta la lettera. Nell’indirizzare i suoi saluti alla comunità, l’autore si definisce apostolo non per sua volontà ma in base ad un atto della volontà di Dio che attraverso di lui attua il suo piano di salvezza. E’ Dio stesso che concede ai credenti la sua grazia e la sua pace.
L’introduzione riassume tutto ciò che il Padre ha fatto per noi mediante Cristo e che si realizza nello Spirito. E’ descritta la nostra situazione religiosa: Dio ci ha prescelti e predestinati fin dall’eternità ad essere figli per la santità e l’amore. Questa dignità di figli nasce dalla redenzione, attuata attraverso il sangue di Cristo che ha abbondantemente riversato su di noi la grazia. Ai credenti è chiesto di sperimentare questa grazia in modo vitale, con ogni sapienza e intelligenza. Questi privilegi sono di tutti, pagani e giudei, avendo tutti ricevuto il dono dello Spirito quale pegno di ereditarietà.< /p>

Paolo, quindi, implora per i cristiani di Efeso la grazia della rivelazione, cioè della conoscenza del loro destino eterno. Ora questa profonda conoscenza o comprensione è possibile solo se si guarda a ciò che Dio ha realizzato in Cristo: egli lo ha resuscitato dai morti e lo ha fatto sedere alla sua destra, cioè gli ha dato ogni potere e lo ha reso capo del nuovo popolo: la Chiesa. La Chiesa è definita qui come la sua pienezza in quanto abbraccia tutto il mondo che, sotto l’autorità di Cristo, Signore e capo, partecipa alla rigenerazione universale. Cristo infatti si realizza in tutte le cose.
Il cristiano è quindi chiamato a collaborare alla costruzione di una storia al cui termine sta l’incontro con il Padre. L’incapacità di risposta dell’uomo viene superata dalla redenzione nel sangue di Cristo. Il dono dello Spirito, nel Battesimo e nei sacramenti diventa garanzia e sicurezza nel cammino. Forte di questa unità con il Cristo, la comunità ecclesiale ha il compito principale della testimonianza; è la Chiesa concreta delle piccole comunità, come la nostra, la prima testimone del Cristo. Cristo parla a tutti gli uomini, indipendentemente dalla loro appartenenza, ma è la sua comunità a doversi fare interprete feconda della sua presenza. E’ la comunità che deve portare Cristo a tutti gli uomini, senza avere l’esclusiva della sua presenza. Nessuno deve trovare chiusa per colpa della comunità credente la porta dell’incontro con Cristo e attraverso lui con Dio.

Le nostre comunità si aprono verso l’esterno, oppure si sentono impegnate a difendere privilegi e investono le loro energie a serrare le fila?

Gabriella Francescutti



    


Suor Bertilla in Benin

Abbiamo fatto alcune domande a Suor Bertilla Valtulina, da 3 anni Superiora nella comunità “Apostole del Sacro Cuore” di Via Cascina Corba, conosciuta molto bene da tutti noi anche perché è stata a Milano per 9 anni superiora della stessa comunità negli anni ‘80. Ora è in partenza per la missione nel Benin.


Perché questa scelta?

Non è una scelta. È una semplice adesione alla mia decisione, ormai lontana nel tempo, di consacrarmi a Dio nella vita religiosa mediante i voti di povertà, castità e, appunto, obbedienza.
Quindici anni orsono, la nostra Madre Generale Suor Auxiliana de Godoy, in una lettera circolare, chiese eventuali disponibilità alle missioni. Diedi la mia adesione, ma non se ne fece nulla. La nuova Madre Generale Suor Maria Chiara Millea, qualche settimana fa mi ha proposto di andare a prestare la mia opera nel dispensario in Benin (Africa). Ho risposto subito, con gioia e mi sto preparando a obbedire, a fare la volontà di Dio e quindi sono serena.

Cosa suggerisci alla nostra parrocchia Murialdo che conosci da tanti anni?

Poche cose: la certezza che Dio ci ha già salvati, che Gesù cammina con noi, nonostante i nostri limiti e il nostro peccato. Dobbiamo vivere da salvati; vivere da risorti, sempre, con gioia; vivere da fratelli cristiani anche se siamo “un piccolo gregge”: Gesù non ci ha forse detto di non temere poiché siamo tutti cari a Dio Padre? Inoltre è indispensabile aderire secondo le proprie capacità alle tante iniziative che ci configurano come grande famiglia nella nostra parrocchia Murialdo.

Cosa possiamo fare per le vostre missioni e soprattutto per ricambiare tanto tuo impegno e servizio nella nostra comunità?

Grazie! Mi stanno a cuore i poveri, gli ammalati, gli anziani; cerchiamo quelli che abitano vicino a noi; aiutiamo quelli che incrociamo per strada. Ecco cosa possiamo fare per le missioni lontane: testimoniare la fede qui, vivere la carità e rinunciare davvero a tante “cosette” inutili per aiutare chi è in miseria vicino o lontano. A proposito di carità concreta, chi può da una mano alla San Vincenzo? O alla Caritas? Impegniamoci per la vitalità nella liturgia, nella catechesi, nella formazione personale mediante l’ascolto della Parola e la vita sacramentale, ciò richiede soprattutto cuore, partecipazione di preghiera e presenza.

Grazie per la tua generosa presenza tra noi e non dimenticarti nella preghiera della nostra cara parrocchia.

La Redazione





Posta



Carissimo don Guglielmo,

grazie per il giornalino che tutti i mesi puntualmente mi arriva, mi sento ricordata con affetto dalla vostra comunità e anch'io vi ricordo al Signore. Ho letto la lettera che mi ha scritto Emilia e la ringrazio moltissimo - anche se non riesco a collegare il nome al viso. lo sto bene, il cammino prosegue accompagnato e sorretto dalla grazia, é una scelta impegnativa, é vero ma siamo fatti per volare alto, come ci ha detto Giovanni Paolo II qualche anno fa: "Duc in altum"!!!
Vi auguro una buon inizio delle attività e vi abbraccio tutti. Con affetto nel Signore.

Elena Fiori





FAMIGLIA FONDATA sul MATRIMONIO

I giovani fidanzati come vivono oggi questo momento che precede il matrimonio?

È possibile oggi parlare di castità prematrimoniale? Il fidanzamento è un momento che vive di entusiasmo e di gioie alternate a momenti di lontananza e di ritorno alla condizione di “imperfetta” esistenza individuale.
La sessualità è stata creata per la relazione (Genesi 2, 18) «Non è bene che l’uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile» come si realizza allora questo aiuto? L’uomo nella Bibbia è sia l’uomo che la donna e oggi più che mai nella continua corsa a cui è spinto a soddisfare i suoi bisogni, ha necessità di un aiuto. La sessualità non è un bisogno come ci vogliono far credere ma un dono prezioso un “giardino chiuso” che serve a rendere completi i due perché, per realizzare la somiglianza con Dio amante-amato, occorre essere amanti e amati e formare una carne sola. E la castità allora tornerete a chiedermi? Un dono è vero se è gratuito, un dono è vero se è libero, se esiste la possibilità di scegliere e di fare e richiedere il dono quando è giunto il momento giusto, non sempre e comunque perché uno, il più forte, il padrone, lo pretende! Se non siamo capaci di dire no, mai saremo capaci di dire sì per un amore più grande.
Quando ci si sposa si capisce quanto siano stati utili quei no che ci si è donati a volte con molta, reciproca fatica.
Il fidanzamento lo prova, è utile se nella vita, “in partita”, si è capaci di segnare insieme il goal più bello:

l’amore a immagine e somiglianza di Dio.

Clara e Enrico De Crescenzo


Frère Roger Schutz
Fondatore della comunità ecumenica di Taizè
il 16 agosto è tornato alla Casa del Padre



Frère Roger Schutz (90 anni) è nato in Svizzera di religione protestante, figura di primo piano nella Chiesa Universale


La collina di Taizè è un piccolissimo Villaggio della Borgogna in Francia. Taizé è una comunità aperta all’accoglienza semplice di gente di tutto il mondo e di qualsiasi religione.
Frère Roger era un uomo di pace, promotore del dialogo fra tutte le Chiese; aveva fondato da oltre 50 anni questa fraternità che adesso conta un centinaio di monaci. La maggior parte di essi vive a Taizè e una trentina in altre comunità sparse per il mondo. Centinaia di migliaia di giovani, anzi milioni, si recano almeno una volta nella vita alla collina di Taizè e partecipano anche agli incontri europei che si svolgono tutti gli anni in nazioni diverse nel mese di dicembre. Parecchi giovani della nostra Parrocchia sono andati a Taizè tornando a casa e in parrocchia entusiasti e coinvolti.

Quest’anno l’incontro europeo si svolgerà proprio a Milano dal 27 dicembre al 2 gennaio 2006. Siamo tutti invitati ad accogliere questi giovani come abbiamo già fatto con grande disponibilità nel 1999, anno in cui in occasione dell’incontro di Milano abbiamo ospitato 200 giovani per una settimana nelle nostre case e in parrocchia.

Concetta


Elena dall'Albania ci scrive
Dal mese di febbraio due giovani del Gruppo Missionario, Elena Milanesi e Erica Pianezzola stanno svolgendo il servizio civile internazionale nella Missione dei Giuseppini a Fier (Albania)

Non ci crederete ma finalmente sono riuscita a trovare un po’ di tempo per scrivere! Per prima cosa “mi-rëdita”! Come vanno le cose lì a Milano? anche se non mi sono mai fatta viva, sono stata continuamente aggiornata sulle attività del gruppo missionario. Ho visto sul sito le foto della festa dei popoli: ho sentito che è venuta bene, mi spiace essermela persa! Qui al Qendra Murialdo, negli stessi giorni, abbiamo organizzato una festa per e coi ragazzi rom dei vari villaggi intorno a Fier: si è ballato, suonato e giocato tutta la mattina. E' stata una bella occasione di integrazione tra i diversi ragazzi che vengono al Qendra: vedere i rom, di solito mal visti e tenuti lontano, ballare mano nella mano con i ragazzi albanesi, beh, è stato semplicemente bello!

Per il resto, il lavoro qui è davvero entusiasmante, anche se molto faticoso, perchè ti prende completamente (pensate che stiamo al qendra dalle 8 fino alle 19!): ora stanno per concludersi tutte le attività, la scuola di alfabetizzazione, frequentata dai ragazzi rom che devono imparare a leggere e scrivere e vengono così tolti dalla strada, e la scuola degli apprendisti, dove i ragazzi imparano meccanica o falegnameria (adesso si stanno concludendo i provim orali!!). Ma stiamo già preparando le attività estive, i campeggi e l'estate ragazzi! Insomma non c'è molto tempo per tirare il fiato! In più a luglio iniziamo un mega progetto finanziato da alcuni americani che richiederà molto impegno, ma ci vedrà impegnati ancora coi minori e rom, perciò, darà soddisfazioni!
Ora sono finiti i provim, purtroppo vi devo lasciare!
Mirupafshim!
Saluti anche da Erica

Elena Milanesi


L'incontro con il Cardinale


Venerdì 3 giugno ore 11.00: intervallo in una deserta classe prima della scuola media Rinascita: "Tu c'eri ieri a S. Siro? Che bello, vero? Si, è stato bellissimo! Si è vero c'ero anch'io ed è stato bellissimo!" E man mano ci siamo contati eravamo in sette ragazzi presenti all'incontro con il cardinale Tettamanzi a S. Siro. Nessuno di noi sapeva cosa lo avrebbe aspettato, tutti pensavamo una messa, e invece è stato un incontro di preghiera molto animato con canti, balli e coreografie bellissime. Centinaia di ragazzi vestiti di bianco correvano nel grande prato di S. Siro, trasportando nastri colorati e componendo, così, simboli a noi cari: l'Ostia, lo spezzare del pane, la Croce. Noi ragazzi eravamo in tantissimi e, come disse il Cardinale, se ci fossimo tenuti per mano avremmo potuto abbracciare Milano.
Le sue parole sono state di speranza e di sprono per noi ragazzi. Proprio come il messaggio di Gesù. Forse l'unica cosa che non andava bene era il giorno: il 2 giugno. Tanti miei compagni di classe erano in vacanza ma come disse una mia compagna: ci torneremo vestiti di bianco per aiutare ad animare questi bellissimi incontri.

Matteo Palmisano




28 Maggio 2005
25° anniversario di sacerdozio di
don Pietro Rota

Don Pietro, accogliendo l’invito del nostro parroco don Guglielmo, ha festeggiato anche con noi a Milano il suo 25° anniversario di sacerdozio.
Accolto festosamente dalla comunità numerosa ricordiamo questa giornata speciale con la preghiera letta durante la celebrazione Eucaristica.

Signore, Viviamo ogni giorno nella ricerca dell’equilibrio tra il quotidiano e l’eterno: le nostre vite scorrono scandite in secondi, si confrontano con i tuoi secoli.
Ogni giorno tu ci ami e mandi a noi persone che riflettono il tuo volto, che ci ricordano di te, generando in noi nostalgia del tuo amore. Signore, il miracolo che oggi compi è la presenza tangibile del tuo amore in uno dei tuoi figli. Ricordiamo e festeggiamo i suoi 25 anni di sacerdozio, molti dei quali condivisi con noi.
È così che il nostro quotidiano incontra il tuo eterno amore nel legame di affetto e riconoscenza che ha accompagnato questa comunità e don Pietro in tutti questi anni. E che l’accompagnerà per gli anni a venire.
Grazie Signore, per la Pasqua che oggi celebriamo con don Pietro.
Grazie per questa vocazione, segno della tua eternità”.

Antonella Lupica


Grazie di cuore!



La Santa Messa, il ricordo del mio 25° anniversario di sacerdozio, la processione al Villaggio dei Fiori del 28 maggio sono state stupende, graditissime, cordiali, pieni di colori e di suoni: un incoraggiamento ad essere sempre più sacerdote giuseppino!


Ho rivisto molto volentieri tante persone, alcune delle quali mi hanno richiamato alla memoria i cari che ora vivono nella comunione dei Santi. Non potendolo fare direttamente, tramite “Camminare Insieme”, ringrazio ognuno di voi per ogni cosa: presenza, preghiere, organizzazione, segni concreti di affetto. Assolutamente non mi aspettavo tanto!
Grazie a don Guglielmo, ai confratelli, alla comunità per avermi invitato.
Saluti cari,



don Pietro


Incontro cresimandi/e 2005

Sei tu, ora corriamo” è lo slogan che ha caratterizzato tutto il cammino dei 100 giorni dei Cresimandi 2005 che dovevano raggiungere “l’alta vetta” con uno “zaino” molto pesante per cui la cima sembrava sempre più lontana! “quanta fatica tutto quel salire e scendere!”. Come Gesù nella sua “Alta via”, verso la croce, alla ricerca della vocazione, del perdono, della comunione, del servizio, della fraternità. L’incontro con il Cardinale Tettamanzi, martedì 2 giugno allo stadio di San Siro, ha concluso questo lungo e arduo viaggio che ha dato la forza di correre in tutto il mondo a portare la gioia del Vangelo con l’aiuto dello Spirito Santo.

Eravamo 5000 allo stadio e tutti i giovanissimi partecipavano alla coreografia e ai canti animati dai giovani della FOM. “C’è bisogno di voi per un mondo migliore”… questa la frase chiave dell’omelia del Cardinale e ancora “siate messaggeri di pace per l’umanità”. L’incontro è stato emozionante soprattutto alla fine quando centinaia di palloncini colorati sono volati in cielo accompagnati dalla gioia che ha acceso i nostri cuori.
Un grazie a don Samuele per l’organizzazione e la pazienza, ai genitori che hanno partecipato con attenzione e impegno. “Dobbiamo essere protagonisti attivi della Chiesa” per vincere gli orrori del mondo e vivere nella fiducia e nella pace.

Lilly Mastretta


Pesaro


Dal 29 maggio al 13 giugno si è svolto il soggiorno anziani a Pesaro, tutto è andato benissimo e 55 persone sono ritornate a Milano gioiosamente abbronzate e in piena forma, dopo aver passato giornate rasserenanti e piene di sole (quasi) ma soprattutto di serenità, di dialogo, di giochi, tombole e tante danze… ma più ancora di momenti di riflessione e preghiera. Non sono mancate le premiazioni e le medaglie per i vincitori: dal gioco delle carte, al concorso di miss eleganza, miss universo e oltre… Un grazie di cuore agli organizzatori Franco e Giuliana Baccigaluppi e alla insuperabile Tarcisia.

Il Parroco


Centro Ricreativo Diurno Estivo
7 giugno - 10 luglio


È un’esperienza forte e impegnativa che tutti gli anni la nostra parrocchia offre con l’aiuto di tanti volontari a favore delle famiglie del quartiere. Ma soprattutto è un’esperienza unica per i 200 bambini e ragazzi di 14 nazionalità diverse iscritti, che hanno avuto la possibilità di vivere un’avventura speciale preparata con cura per loro da tante persone.

29 giovani animatori hanno vivacizzano le giornate dei ragazzi con giochi, balletti e sana allegria; 33 adulti si sono occupati dell’accoglienza, l’assistenza, della segreteria, del pranzo, dei laboratori; la disponibilità dei sacerdoti; del chierico Agostine e di don Samuele che a tempo pieno si è dedicato ai ragazzi. Grazie Signore, di averci dato la possibilità di esserci.


Concetta Ruta


Un pomeriggio

alla bellissima

Abbazia

di

Chiaravalle




Un ragazzo di 10 anni scrive:

(...) qui all’oratorio Murialdo quasi tutte le attività sono bellissime. Non parliamo poi… della piscina, la pizza e le patatine, la fantasia e l’impegno che ci mettono don Samuele e gli animatori a organizzare giochi meravigliosi. Chiunque viene in questo oratorio rimane estasiato dalla sua bellezza e efficienza. Ho conosciuto tanti bambini di altre nazionalità.


Matteo Giulianini



8 luglio: festa finale con i genitori



10 - 16 luglio: Campo di lavoro adolescenti a Vendrogno


Esperienze estive dell'Oratorio


Gli adolescenti hanno contribuito a sistemare la casa di accoglienza della Comunità “Casa del giovane di Pavia” in Vendrogno (Lecco).
Le branche del MI X hanno vissuto i campi estivi in località diverse, ma sempre con lo spirito di avventura, di scoperta, di impegno proprio della metodologia di Baden Powell.
I Lupetti si sono recati per una settimana a Roncaglio, in un maniero di Matilde di Canossa in Val d’Enza (RE).
Il Reparto ha montato il campo sulle montagne di Lizzola (Bergamo).
Il Noviziato ha organizzato la route in Toscana, un percorso in bicicletta da Firenze a Arezzo.
Il Clan concluderà la prima parte delle attività estive dell’oratorio in Albania la prima settimana di agosto organizzando attività per ragazzi in un villaggio povero della periferia di Durazzo.
Sono state belle esperienze di comunione e di servizio.

Don Samuele



Estate a Clusone


Dal 1° al 30 luglio l’accogliente casa S. Martino di Clusone ancora una volta ha soddisfatto il numeroso gruppo dei “sempre giovani” delle parrocchie S. Curato D’Ars, Murialdo di Milano e S. Pio X di Padova: sono state giornate distensive e vivaci tra la quiete e il verde delle montagne bergamasche. Momenti di preghiera quotidiana si alternavano a uscite ai vicini Santuari della Val Seriana e di Lovere sul Lago d’Iseo, dove le suore di Maria Bambina venerano le loro Sante fondatrici Vincenza e Gerosa. E alla sera canti, tentativi di ballate, tante tombole e tanta cordialità, condita dalle barzellette di don Martino e dalla buona camomilla della Giannina, ci facevano vivere notte da sogni.

Il Parroco



Don Gabriele Prandi a Milano



15 agosto:

don Gabriele

dopo la

Santa Messa

con un gruppetto

di

parrocchiani




Carissimi amici e parrocchiani del Murialdo,

proprio in questi giorni mi trovo in Italia per un breve periodo di vacanza. Quando mi leggerete sono tornato in Guinea Bissau. Sono venuto in parrocchia il 15 agosto. Ho celebrato la Messa delle 10.30, ho rivisto alcuni parrocchiani, ma tanti erano ancora in vacanza. Mi sono fermato al pranzo comunitario di ferragosto con i 42 anziani invitati. Nel pomeriggio con Concetta ho dato un occhio all’elenco dei parrocchiani che hanno fatto l’adozione a distanza per la missione di Bissau, sono oltre 90 le famiglie coinvolte! Mi accorgo pure che tante di queste famiglie le conosco personalmente. Vi ringrazio a nome dei bambini e delle famiglie che ricevono il vostro aiuto. Vi assicuro che tramite don Franco ricevo puntualmente le quote da distribuire “ai vostri figli guinensi”.
Ringrazio di vero cuore per le generose offerte, alcune anche consistenti, che mi aiutano a sostenere tante situazioni di povertà. Questo è un segno di affetto alla mia persona, ma anche un modo per essere missionari restando nella propria terra. Sono l’affetto, la compartecipazione, la preghiera che formano la Chiesa.
Ringrazio e saluto i confratelli, la comunità tutta e vi benedico.

Don Gabriele Prandi


Giornata Mondiale della Gioventù - 2005






21 agosto:

don Samuele, Silva, Lara e Emanuele

a Colonia per

la Giornata mondiale della Gioventù

... sotto la sua croce:

croce dei giovani della GMG di Holzheim

(paesino ospitante)










18 Settembre 2005:
Giornata per il Seminario

Come ogni anno, nel mese di settembre, celebriamo la Giornata per il Seminario, per ricordarci che questo è il luogo dove si formano coloro che, chiamati da Gesù, dicono il loro "Sì" a seguirlo.
La celebrazione di questa giornata è un'occasione propizia e provvidenziale per impegnarci maggiormente e per accorgerci che la cura per le vocazioni è un problema vitale per il futuro della fede cristiana. Ma senza sufficienti vocazioni sarà difficile portare il Vangelo e non sarà possibile una rinnovata evangelizzazione. A tutti noi della comunità parrocchiale viene chiesto di essere testimoni convinti della nostra fede e di vivere autenticamente il Vangelo. In questa comunione di fede invochiamo il dono dello Spirito Santo perché susciti nuovi operai per la Chiesa.

La Giornata è anche un modo concreto per sostenere le necessità del seminario. Attraverso le due riviste Fiaccola e Fiaccolina siamo chiamati a conoscere sempre più il seminario e la sua cura per gli itinerari educativi dei ragazzi e dei giovani.
Vi ringraziamo della generosità che saprete dimostrarci, sicuri che tutti ci rendiamo conto, della importanza del sacerdote e del seminario. Per chi lo desidera può sostenere economicamente il seminario donando un'offerta libera oppure abbonarsi alle riviste "Fiaccola" e 'Fiaccolina" o ancora fare celebrare delle SS Messe in suffragio dei propri defunti.

Angelo Scariolo


Il nostro Arcivescovo
- da Roma -
al termine del Conclave ci scrive:

"Dopo gli indimenticabili giorni di grande lutto per la morte e le esequie di Sua Santità Giovanni Paolo II, è giunto il momento della gioia e della festa. Di questa festa grande e universale è gioiosamente partecipe anche la nostra Chiesa, che - memore dell'insegnamento di Sant'Ambrogio - sa e afferma con intima convinzione che "dove c'è Pietro lì c'è la Chiesa di Milano".

"Sento vivissimo il desiderio che il ringraziamento al Signore da parte della nostra Chiesa Ambrosiana continui a manifestarsi anche nei prossimi giorni e dopo queste settimane. La lode, il rendimento di grazie e l'invocazione dei doni dello Spirito, quanto mai fervidi e intensi in queste ore e in questi giorni, non vengano meno con il passare del tempo. Non lasciamo mancare mai al nostro nuovo Papa il prezioso sostegno di quelle preghiere alle quali lui stesso si è affidato nel suo primo saluto al mondo. Tutti insieme, riascoltando le prime parole pronunciate da Sua Santità Benedetto XVI, uniti "nella gioia del Signore risorto, fiduciosi nel suo aiuto permanente", "andiamo avanti", nella certezza che "il Signore ci aiuterà e Maria, sua Santissima Madre, sta dalla nostra parte".

A cura di Giovanna Oriani



Novità dal Decanato Giambellino

Lo scorso 6 giugno il nostro Arcivescovo, Monsignor Dionigi Tettamanzi, ha provveduto alla nomina dei 73 nuovi decani della Diocesi di Milano, per il prossimo quinquennio 2005-2010.
Riguardo al Decanato del Giambellino, con le sue sette Parrocchie, la designazione è caduta su Padre Guglielmo Cestonaro, il nostro Parroco.
Il decanato, come istituzione, sta attraversando un periodo di crisi, schiacciato com’è tra le tendenze autonomistiche dei consigli pastorali parrocchiali e l’attività d'ampia portata e d'alto livello del Consiglio Pastorale Diocesano.

Per questo, oggi, da un decano ci si aspetta molto: che sia uomo di comunione, capace di un’azione di coordinamento delle forze, spesso limitate ed insufficienti con un’operazione di “sinergia”, come s’usa dire, per dare risposte ai molti problemi organizzativi e patrimoniali delle parrocchie, nella prospettiva di quei risultati di buona qualità e livello che solo convergenze d’economie e di forze possono permettere. Ma soprattutto lo si vuole promotore di una pastorale d’insieme, per un cammino comune di presbiteri, laici e responsabili dei diversi ambiti parrocchiali. Tuttavia troppo spesso tentativi di lavoro comune si scontrano con le iniziative locali, che trovano il consenso scontato non solo tra chi le realizza, ma anche tra i destinatari, più propensi a trovare nel proprio ambiente, e sotto casa, quello che interessa.

In una situazione così difficile, la scelta operata nella designazione del Titolare del nostro Decanato è caduta sulla persona giusta e non lo diciamo per piaggeria.
Non possiamo vantare un’adeguata conoscenza della persona di Padre Guglielmo, ma quello che si è potuto vedere del suo operato porta ad affermare che il soggetto si muove bene nelle situazioni difficili e scomode, che non esita ad affrontare adeguatamente, anche se dal suo fare possono derivare contestazioni e critiche.

Nel periodo, poi, nel quale ha svolto ad interim il compito di Decano, sostituendo il titolare impossibilitato per motivi di salute, ha avuto un comportamento che non è stato quello di un sostituto, ma l’impegno di qualcuno che nell’istituzione veramente ci crede.

Auguri di buon lavoro a Padre Guglielmo Cestonaro, ne ha certamente bisogno.


Gianni Ragazzi







Carissimi,
Remo Chiavon mi ha invitata a scrivere la cronaca del 1° incontro annuale degli Ex Oratoriani che si è tenuto sabato 5 giugno con una gita-pellegrinaggio sulla tomba di don Paolo Novero a Devesi di Ciriè e un giro turistico nel canavese.

Il viaggio è iniziato con la preghiera e il saluto di Remo - presidente dell’Associazione - che ci ha invitato a vivere il pellegrinaggio alla maniera di don Paolo: ha ricordato la sua chitarra al collo e la gioiosa allegria che lo caratterizzava.
A Ciriè abbiamo trovato la mamma di don Paolo, il fratello Claudio, la cognata Teresa, le nipoti Chiara e Isabella. L’incontro è stato emozionante, nel quale si sono incrociati tanti ricordi.
La Messa - concelebrata da don Enrico Grasso e dal nostro don Silvio Tamani in memoria di don Paolo e del suo papà Carlo - è stata molto sentita e animata. Dopo ci siamo recati al cimitero: davanti alla tomba la foto di don Paolo con gli occhi rivolti al cielo! È sceso il silenzio. Ognuno si è raccolto nei propri ricordi.


- Ciao Paolo sei nei nostri cuori, ti vogliamo bene… intercedi per noi -

Con una preghiera comune guidata da don Silvio si è conclusa la mattinata a Ciriè. Ringraziamo di cuore i familiari di don Paolo per la delicata accoglienza.
La giornata è continuata con un ottimo pranzo al ristorante “il gallo” e il caloroso saluto di don Enrico Grasso prima di ritornarsene a Torino dove risiede. Don Enrico ha ricordato il tempo vissuto nella comunità di Milano, erano gli anni ‘50, l’esperienza bella con questi nostri ex oratoriani. Allora erano ragazzi e frequentavano l’oratorio e anche la scuola media dei giuseppini che era nei locali occupati adesso dal Liceo Marconi; alcuni dei presenti erano suoi ex alunni. Don Enrico ha raccomandato loro di non perdere mai il grande valore dell’amicizia che dura da quasi 60 anni.

La gita pellegrinaggio si è conclusa con la visita guidata al bellissimo Castello di Agliè, residenza estiva di casa Savoia fino al 1939 successivamente acquisito dallo Stato.
Abbiamo poi fatto una piccola sosta presso un agriturismo dove abbiamo gustato e comprato qualche bottiglia di buon vino.
Ad animare il viaggio di ritorno ci ha pensato Donata con una divertente lotteria a favore della Missione di Bula.

È stata una giornata particolare e bella, di questo ringraziamo i bravissimi organizzatori: Remo, Gino, Enrico e l’amico di Leinì Battistino che ha dato una mano davvero grande.
Grazie!

Concetta Ruta



Carissimi amici,
poche righe per rivolgervi un “affettuoso bentornati” in attesa di programmare le nuove iniziative.
Purtroppo dobbiamo informarvi che la nostra cara amica Margherita Palla è stata colpita da un grande dolore: la morte del fratello Antonio. Tanti di noi conosceva entrambi sin dall’infanzia e ha condiviso con loro tanti momenti della vita. Sappiamo che i due fratelli erano legatissimi e immaginiamo, quindi, il vuoto che ha lasciato ma, per esperienza, sappiamo che il ricordo della persona cara sarà sempre vivo e, nonostante la sofferenza, aiuta a continuare il cammino.
A Margherita assicuriamo il nostro affetto, la nostra disponibilità e la nostra preghiera.
Un caro saluto e un abbraccio,

Luciana Dal Ben





A KAROL WOJTYLA
"Tu es Petrus"



II gusto della vita
ai cristiani hai donato
perché nella Tua pace
v'è l'artefice dell'universo.

La Tua parola orale e scritta
è uno scrigno che contiene
cose antiche e nuove
che riscaldano il cuore.

Tu, gran Pastore d'anime,
ci hai fatto conoscere
il Signore: "il più bello
fra i figli dell'uomo". *

II Tuo grande esodo
da questo nostro mondo
ha mostrato ai cuori
che: "Tu sei Pietro".

Il popolo acclama:
"Santo subito". E Tu
beato ci lasci la speranza
e la pienezza d'amore.

Con la Tua sofferenza
hai vinto la morte e
in preghiera a Maria
Ti sei affidato: "Totus Tuus".

Il cuore ora gioioso
nella Tua figura vede
l'asceta, il profeta, il servo, e dice:
"Grazie Signore".

(Milano, 15/04/2005)
* Sal. 44,3

Angelo Flinto





Cercate ogni giorno il volto dei Santi
e traete conforto dai loro discorsi

Paolina Maria Jaricot







Paolina inizia a guarire, pian piano riacquista l’agilità dei movimenti e riprende a condurre una vita normale. Le violente lotte spirituali continuano finchè a 17 anni, nel 1816, nella Chiesa di S. Nizier a Lione, si converte ascoltando una predica quaresimale dell’abate Wurtz, sulle illusioni della vanità. L’argomento colpisce dritto il cuore di Paolina che, terminata la cerimonia, chiede chiarimenti al predicatore. La spiegazione tocca ancor più in profondità il suo animo: “Mia piccola, per la maggior parte delle donne, questa vanità consiste nel mettersi in mostra, con lo scopo d’attirare gli sguardi su di sé e divenire l’idolo delle creature… per altre, - egli aggiunge con estrema delicatezza - consiste nell’essere interamente prese dall’amore di colui che tiene il cuore prigioniero, quando Dio le invita ad elevarsi in alto..”.

Paolina, senza perdere altro tempo, chiede di essere ascoltata in confessione col desiderio di deporre nel cuore misericordioso di Gesù tutte le illusioni, le false e passeggere gioie che il mondo dispensa con l’illusione dell’inganno. Da questo momento ha inizio la sua conversione, il suo totale abbandono a Dio e il dono completo di sé agli altri, ai bisognosi, ai poveri e gli ammalati.

Con radicalità rompe con tutto ciò che fino a quel momento costituivano le sue attrazioni preferite. La prima cosa che si propone di abbattere è il suo orgoglio. Veste il vestito dei poveri, non si adorna più con i gioielli e abiti sontuosi, bensì li vende per distribuire il ricavato ai poveri. (continua)


A cura di Paola Quaglia


Gli amici della filo-Sophia

La ricerca della Verità è per Pascal (1623 - 1662) l’unica maniera di condurre una vita degna di essere vissuta. “Non vi sono che tre tipi di persone: gli uni servono Dio avendolo trovato, gli altri si adoperano a cercarlo non avendolo trovato, gli altri ancora vivono senza cercarlo né averlo trovato. I primi sono ragionevoli e felici, gli ultimi sono folli ed infelici, quelli di mezzo sono infelici e ragionevoli”. Così leggiamo in un passo dei Pensieri, preludio del capitolo intitolato: Sottomissione e uso della ragione in cui consiste il vero cristianesimo.
Questa ricerca personale della verità, allora, è portata avanti dalla ragione umana che riconosce tre momenti caratterizzanti il suo utilizzo: il dubbio, l’asserzione e la sottomissione. Ossia, non bisogna accettare tutto ciò che ci viene proposto senza porlo al vaglio di una critica ragionevole, così come bisogna saper riconoscere una verità senza dubitarne ma sottomettendovisi, quand’essa abbia solide basi, ma non bisogna farlo solo perché siamo incapaci di formulare un nostro giudizio su di essa.
Dio, prima con i profeti poi attraverso Suo Figlio Gesù Cristo e i Santi venuti dopo di Lui, ci è venuto incontro nella nostra ricerca, poiché ha portato a propria conferma i miracoli.

Sant’Agostino nella Città di Dio scrive a proposito della Resurrezione e dell’Ascensione di Cristo: “Non sarei cristiano senza i miracoli…” e se essi non vi fossero stati non vi sarebbe colpa nel non credere in Gesù, come lo stesso evangelista Giovanni ci riporta in Gv 15,24: “Se non avessi fatto in mezzo a loro opere che nessun altro ha fatto, non avrebbero colpa. Invece le hanno vedute eppure hanno odiato me e il Padre mio”. Possiamo allora concludere che lo spirito umano non è sufficiente all’uomo perché egli comprenda l’infinitudine divina e per questo motivo la ragione è necessaria ma non sufficiente per il cristiano. Essa ci serve per non cadere nella superstizione o per non rifiutare il nostro Creatore, ma non siamo noi a far partire la ricerca, essa ha il proprio principio nell’amore del Signore per i Suoi figli. Dio, infatti, nella Sua infinita misericordia, ha voluto avvicinare gli uomini a Sé, a Suo Figlio e alla Chiesa, conducendoli verso la religione sia con le ragioni sia con la Grazia. Le prime appartengono alla mente, la seconda è nel cuore. Non si può sottomettere tutto alla ragione, altrimenti la religione non avrebbe più nulla di misterioso e soprannaturale, ma altresì non possiamo ammettere una religione che entri in contraddizione con la ragione. “La fede dice quello che i sensi non dicono, ma non il contrario di ciò che essi vedono. Essa è al di sopra e non contro la natura dell’uomo”.

“Ci sono delle ragioni che la ragione non conosce”. Forse questa è la frase più famosa di Pascal, la possiamo ritrovare addirittura nei messaggi dei Baci Perugina. Ma che cosa significa? Significa che l’uomo per quanto indaghi su sé stesso, la natura e Dio, non arriva a comprendere tutto. Ne abbiamo continuamente riprova anche al giorno d’oggi: le storie cosiddette di “ordinaria follia”, malattie incurabili o cataclismi naturali imprevisti, il miracolo della vita. Ci si deve allora affidare anche al cuore, o meglio, alla Grazia di Dio. Solo affidandoci a Lui, ragionevolmente e col cuore disposto a riceverLo, potremo vivere felici assieme a Dio. Altrimenti l’uomo è misera cosa.
Concluderei con una bellissima affermazione di Pascal quale sintesi di quanto fino a qui riportato.
“L’ultimo passo della ragione è riconoscere che ci sono infinite cose che la superano. Solo una ragione debole non arriva a riconoscerlo. … E se le cose naturali la superano, che diremo di quelle soprannaturali?”.


Valentina Caleca


28 Maggio 2005

Un segno Mariano, vissuto nella semplicità di tanti devoti della Mamma del cielo. Una tradizione per testimoniare una fede umile, per le nostre strade e per chiedere a Maria di insegnarci che la vita deve essere sempre un “SI” e un “GRAZIE”.