camminare insieme Settembre 2006   


Liberi, coraggiosi, verso il domani

Chi vuole essere artefice del domani solitamente incontra due ostacoli: quelli del suo passato e quelli del suo futuro.

Per i primi vale la massima del fondatore degli scout, il quale suggeriva ai ragazzi, in partenza per il campo estivo: “mettete nello zaino solamente le cose assolutamente indispensabili, le altre cose lasciale a casa!”.
Chi vuole essere l’uomo dei tempi nuovi non può essere appesantito da tutto il bagaglio del passato: tradizioni, usanze, abitudini, schemi mentali che appartengono ormai all’ieri.
Però l’uomo non può sradicare le proprie radici culturali ed esperienziali, e neanche essere appesantito da un mondo ormai tramontato.
Chi vuole costruire un mondo nuovo deve portare con sé solamente l’essenziale, il meglio di quanto ha già sperimentato, per avere spazio nel proprio cuore per il nuovo.
I rimpianti, le nostalgie, il ricordo del proprio “piccolo mondo antico” vanno lasciati serenamente alle spalle perché il sole sorge sempre avanti. Nel domani c’è la vita.

I secondi ostacoli sono davanti a noi: paura dell’ignoto, disagio del nuovo, preoccupazione che manchi la terra sotto i piedi, sfiducia e rifiuto più o meno conscio dei nuovi modelli di vita o di soluzioni alternative, resistenza a ciò che non è sicuro. Ricordati: tutto il domani è tinto di colori e forme nuove; la nostra storia è nelle mani di Dio. Chi vuole essere locomotiva e non rimorchio, costruttore e non solamente fruitore del nuovo, deve essere ricco di fantasia, di fiducia, d’ardi-mento, di coraggio, creatività e soprattutto deve ricominciare a sognare! Solamente chi prende la rincorsa può saltare, non chi tira le ciabatte impaurito della sua ombra.

Un mio amico sacerdote era solito dire ai suoi ragazzi: “buttate il vostro cuore oltre la trincea, solo così troverete il coraggio per andare a riprenderlo!”.

Se uno non prende l’iniziativa, se uno non ha il gusto e l’ebbrezza della sfida, se uno non è ambizioso per la propria vita e per quella degli altri, se uno non ha la volontà ferma e l’amore per modellare la storia finirà per passare tutta la sua vita a piangersi addosso, pieno di rimpianti e senza un orientamento. Un grande teologo, Karl Rahner, invita alla “prudenza dell’osare”.

Il domani appartiene solo a chi, con amore e passione, ha il coraggio per piantare la sua bandiera sul tempo nuovo.
Il cristiano ha certamente cuore e bandiera, perciò è nella condizioni per incamminarsi verso la nuova frontiera.
Per iniziare, cari amici, il nuovo anno pastorale, dobbiamo tutti uniti avere nel cuore questi sentimenti. Non bastano nuovi cristiani, ma cristiani nuovi.
Il Signore ci renda fedeli ai nuovi sogni muriadini. Con affetto,

Don Guglielmo Cestonaro - Parroco
gcestonaro@murialdo.org



Il nostro don Mariolino Parati è stato eletto superiore Delegato per l’Africa. In risposta al nostro messaggio augurale ci scrive:
“Grazie del vostro ricordo e della vostra preghiera, ne avrò proprio bisogno! Non ho dubbi che le difficili e appassionanti sfide della nostra cara Africa continueranno a trovare nella comunità religiosa e laicale di Milano un valido supporto e aiuto, non solo nel sostegno economico, ma anche nella sensibilizzazione alla mondialità, all'attenzione ai più poveri, e soprattutto nella preghiera fraterna.”
Grazie ancora e ... a presto, don Mariolino Parati.




Appuntamento con il

Consigli Parrocchiale Pastorale, Affari Economici e del Consiglio Pastorale Decanale

Siamo alla vigilia del rinnovo del Consiglio Pastorale Parrocchiale (CPP) e degli affari economici (CPAE).

Dobbiamo vivere questo momento come un’occasione per interrogarci sul significato della parrocchia e della partecipazione reale alla sua vita di tutti, perché, a partire da qui, in molti si sentano coinvolti e diano la loro disponibilità anche ad essere membri dei Consigli. Interroghiamoci sulle prospettive che nascono dal pensare e progettare la parrocchia come scuola di comunione aperta all’accoglienza e alla missione. Domenica 15 ottobre 2006 anche la nostra comunità sarà chiamata ad eleggere il nuovo Consiglio Pastorale. Sarà successivamente compito dal CPP eletto provvedere, in comunione con il parroco, alla nomina dei membri del CPAE.

Già il 18 maggio c’è stato un momento di verifica del cammino di questi ultimi 5 anni. Il sottoscritto ha sintetizzato l’impegno del Consiglio Pastorale sui temi dei giovani, le famiglie e le nuove sfide dell’evangelizzazione, con particolare attenzione alle scelte dell’iniziazione cristiana.
Se dai sacramenti non nasce un modo nuovo di stare insieme, significa che la fede è ancora immatura. E questo impedisce agli uomini del nostro tempo di restare affascinati dalla proposta evangelica.

Accanto alla comunione, la missione. L’incapacità dell’annuncio, allora è forse proporzionata al fatto che “Gesù Cristo non mi ha preso ancora la vita”. La missione vive, dunque, della riscoperta della propria fede, per divenire poi una presenza attenta di ogni uomo, proprio di una “chiesa esperta in umanità” (Paolo VI), vicina agli uomini, capace di incontrarli e di accompagnarli.
Siamo convinti che “la fede cresce quando la si comunica” (Giovanni Paolo II).

Non si chiede di fare cose nuove, ma di proseguire nell’impegno di qualificazione responsabile e significativa, di quanto già si è intrapreso.

Poi ci sarà un’attenzione più forte al territorio ecclesiale articolato in decanale e interparrocchiale. Il decanato è luogo di collegamento con la chiesa diocesana, di comunione tra i vari responsabili dell’azione pastorale locale. Si darà più attenzione alle ministerialità laicali. Facciamo appello alla presenza di “laici nuovi” in Consiglio Pastorale e poi degli Affari Economici. Gente semplice che voglia riscoprire l’essenziale della nostra fede, a ridire la nostra fede in forme nuove, che conoscono la fatica del “parto”, ma “proprio” perché di vita nuova si tratta, alimentano la speranza.

Franco Baccigaluppi


Lunedì 3 ottobre riprendiamo la

Lectio Divina sulla Genesi

in sala Papa Giovanni dalle ore 21.00 alle 22.30

Scrive San Gregorio Magno: “Impara a conoscere il cuore di Dio nelle parole di Dio…”. Il Padre nostro ci ha inviato la sua lettera d’amore, ci ha fatto pervenire le scritture, per accendere in noi il desiderio di tornare a Lui”.

Abbiamo bisogno di lasciarci “ardere” il cuore per entrare in tenera e profonda comunione con il Padre e con i fratelli, il cristiano maturo “è colui che sa trarre dalla lettura della Scrittura la luce e la forza per la propria vita quotidiana e per le sue scelte”. (Card. Carlo Maria Martini).

Don Alberto Ferrero




In principio Iddio creò il cielo e la terra
(Gen. 1,1)

Introduzione a “GENESI”

 



Il termine Bibbia significa “piccoli libri”; aprendo una Bibbia ci troviamo di fronte non ad un libro unitario, bensì alla letteratura di un popolo è il risultato, quindi, di libri scritti in epoche diverse, da autori diversi con linguaggi e culture differenti, ma, nonostante tutto ciò c’è una profonda unità: la storia della salvezza. Genesi è il primo libro della Bibbia e appartiene al Pentateuco, l’insieme dei primi cinque libri, attribuiti dalla tradizione a Mosè, anche se nei fatti sono un insieme di tradizioni orali e documenti scritti. Il Pentateuco è quindi un insieme di tradizioni antiche relativa a eventi del passato di Israele, trasmesse oralmente e messe per iscritto da uomini che hanno seguito ciascuno un proprio modo e una propria ispirazione e tutti questi aspetti si sono riuniti al fine di costituire una storia continua. I racconti biblici non sono quindi l’opera di storici nel senso moderno del termine, bensì testimoni della fede di Israele nella sua forma più antica.

I redattori di questi testi hanno reso testimonianza alla medesima fede nel Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, nel Dio Salvatore per mezzo di Mosè, nel Dio, Paziente e Fedele, che ha condotto il suo popolo attraverso il deserto, nella terra promessa. Essi attestano che questo Dio, creatore del mondo e dell’u-manità, ha scelto un popolo per portare a compimento il suo piano di salvezza per tutta l’umanità con l’alleanza del Sinai. Tale fede resta sempre presente e leggendo questi libri della Bibbia noi incontriamo lo stesso Dio che in Cristo Gesù si è rivelato come il Dio che crea, parla, chiama, salva, porta a compimento le sue promesse.

Il primo libro del Pentateuco, il Genesi, è uno dei più importanti per conoscere la rivelazione di Dio. Il suo nome non significa solo “inizio” ma anche “nascita”, a indicare che da essa tutta la storia biblica inizia a svilupparsi. Il libro si divide in due grandi parti inseparabili che presentano però una cornice differente; nella prima parte c’è la risposta ai grandi problemi dell’uomo: l’origine dell’uomo, il bene, il male, la morte; la seconda parte invece è la storia dei Patriarchi e della promessa al popolo di Dio.
Il libro della Genesi si apre con il racconto della creazione del mondo e dell’uomo; il testo, però, non ha lo scopo di descrivere l’azione creatrice di Dio, ma di glorificare il Dio creatore. La creazione, quindi, è in rapporto con la nozione di storia: Dio ha scelto un popolo, ha stretto alleanza con lui e conduce la storia verso la salvezza del mondo, perciò è il Dio delle origini della storia. Nel pensiero biblico la creazione non è un atto che ha senso in se stesso, è il preludio alla grande storia della salvezza che troverà il suo compimento alla fine dei tempi. Lo svolgersi della storia è come un atto creatore di Dio, ogni suo intervento è come una nuova creazione, il mondo futuro sarà come una nuova creazione, come un nuovo paradiso.

Il primo versetto di Genesi in poche parole contiene già in sé questi elementi. L’espressione in principio più che l’idea dell’ordine dei diversi atti creativi contiene l’idea del tempo che inizia il cui compimento sarà alla fine dei tempi. Il verbo creare nella Bibbia si impiega solo nei riguardi di Dio e mai dell’uomo; e il suo complemento è sempre un oggetto definito e completo, mai un complemento indiretto di materia, ha dunque una significazione soprannaturale e miracolosa: è un atto divino che chiama l’essere dal nulla.


Gabriella Francescutti



    



Lunedì 19 giugno a Fazenda Souza in Brasile è stato eletto il nuovo Consiglio Generale dei Giuseppini del Murialdo:
P. Mario Aldegani (italiano), superiore generale
P. Celmo Lazzari (brasiliano), vicario generale
P. Aldo Pacini (italiano), economo generale
P. Alejandro Bazàn (argentino), consigliere generale
P. Marco Villalba (ecuador), consigliere generale

La comunità di Milano si unisce alla gioia della famiglia Murialdina, augura ogni bene al nuovo Superiore Generale e al suo Consiglio.
Il Signore illumini il loro cammino nel prossimo sessennio per rendere attuale alla luce dei segni dei tempi il carisma del Murialdo.

SALUTO DEL PADRE GENERALE ALLA FAMIGLIA DEL MURIALDO

Carissimi tutti,
stiamo vivendo qui a Fazenda Souza gli ultimi giorni del capitolo generale, ma voglio rivolgervi subito, da qui, un saluto pieno di affetto e di gratitudine.

In questi giorni ho ricevuto tantissime attestazioni di affetto e di incoraggiamento non solo dai confratelli e dalle comunità giuseppine, ma anche dalla Famiglia del Murialdo: dunque questa grande e bella realtà di grazia e di comunione esiste davvero e, nella realtà delle relazioni, dei sentimenti e dell’affetto fra noi forse in modo ancora più forte e solido di quanto la sappiamo definire e descrivere.

Il carisma del Murialdo é il cuore pulsante della relazione fra noi, la fonte che rigenera costantemente la nostra vita e il nostro ritrovarci insieme nel cammino di ogni giorno, ognuno con le sue responsabilità e con le scelte alle quali il Signore lo ha condotto nella vita.

Grazie di cuore, con affetto, a tutti voi per i sentimenti che avete manifestato a me e al nuovo consiglio generale, per la preghiera con la quale avete accompagnato il nostro capitolo generale, per il cammino che faremo insieme negli anni a venire.

I capitolari mi hanno scelto come padre generale, succedendo a P. Luigi Pierini che, negli anni del suo servizio alla Congregazione ha incamminato con coraggio e chiaroveggenza la nostra famiglia religiosa nella comprensione sempre più convinta di questa realtà, dono dello Spirito, in cui si dilata e si arricchisce il carisma del Murialdo.

Il mio impegno è raccogliere questo suo impegno come una eredità preziosissima per la nostra congregazione, poiché sono convinto che questa comunione delle vocazioni, nella reciprocità e nella complementarietà, è un’opera dello Spirito, che continuerà ancora a sorprenderci e rigenerarci con la Sua fantasia.

Il capitolo generale è stato per noi un grande evento di speranza e di comunione: cercheremo di partecipare questi doni a tutti.

Ci siamo raccontati un sogno che voglio subito annunciarvi: è la traccia di luce per la nostra congregazione nei prossimi sei anni:

Con lo sguardo rivolto a Gesù
e ai giovani poveri,
camminiamo gioiosamente
come fratelli,
in una comunione
di vocazioni,
ricca di misericordia
e di tenerezza,
profeticamente aperta alle sfide territoriali e culturali.


Saluto tutti con affetto e di cuore vi benedico, insieme ai fratelli del nuovo consiglio generale, nella gioiosa attesa di potervi incontrare e salutare personalmente nelle prossime mie visite.

P. Mario Aldegani
padre generale
e fratelli del Consiglio


Un banale foglio giallo

Mesi fa sul retro dell'informatore settimanale della parrocchia: il "foglio giallo" è stata presentata l’Unione Samaritana, un'associazione di volontariato per i malati ospedalizzati.

Da sempre mi sarebbe piaciuto fare qualcosa per le persone malate e magari un po' abbandonate negli ospedali e così, anche per risolvere i propri problemi dimenticandoli per occuparsi di quelli degli altri, mi sono iscritta al corso base di preparazione.
Finito il corso mi hanno affiancato alla responsabile di reparto e, con molta paura ed emozione, ho iniziato il mio volontariato in un reparto di malati di Alzheimer. Molti i "perché" che mi affiorano alla mente: perché lo faccio? Sarò capace di essere utile? Servirà davvero a loro? Perché un male così terribile colpisce tante persone anziane, ma anche tante ancora giovani che sono state molto valide nel loro passato?
Perché?
Guardando profondamente quei dolci occhi smarriti e persi, mi viene la domanda: “Signore dove sei in queste persone? E tu Teresina, Giuseppe, Carmelina...dove sei? E quelle mogli, figli, amici che ogni giorno sono lì ad abbracciare, a parlare, a curare chi sembra non ti conosca più, come fanno a resistere così serenamente?”.

Il Mistero dell'Uomo fatto ad immagine e somiglianza di Dio! Riguardo spesso un’immaginetta delle suore trappiste di Vitorchiano che da sempre conservo; sotto la fotografìa di un tramonto sul mare - nella Bibbia il mare è simbolo del male - recita: “Mentre tutte le domande muoiono una dopo l'altra… vado dolcemente verso Dio al quale non si fanno domande”.
Perché lo faccio? Non lo so, ma devo dire che, anche se spesso, stando con loro, un nodo di commozione mi sale alla gola, già mi sono affezionata e i giorni che non vado a trovarli mi mancano. Devo riconoscere che è vero che quello che si dà è sempre inferiore al bene che si riceve: un sorriso, un abbraccio, un bacio, una vecchia canzone cantata per te, un racconto indecifrabile ma spontaneo, un grazie (!)... e tanto altro ancora.

Perché lo faccio? Alberto Mello, monaco di Bose, in un suo commento al salmo 16, 5-6: "sei tu che sostieni il mio destino" ricorda che Rashi interpreta l'espressione «sostenere il destino» con «orientare la scelta», e fa l'esempio di un padre, un “abbà”, che pone la sua mano su quella del figlio e gli suggerisce quello che deve prendere: «Scegli questo». Mello continua riflettendo: "Siamo contenti ogni volta che capiamo - quasi sempre in ritardo - che le scelte da noi fatte sono state felici: erano quelle che la volontà benevola di qualcun altro ci aveva suggerito o indotto a fare. E questo ci porta ad essere riconoscenti”. Nel lessico neotestamentario, questo atteggiamento di gratitudine si chiama eucaristia. Anche la preghiera di Gesù è un atto di riconoscenza: «Ti confesso, ti rendo grazie, Padre». Questo è capitato anche a me grazie a un foglio giallo.

Una parrocchiana volontaria
dell'Unione Samaritana





Non permettere mai
che qualcuno venga a te
e vada via senza essere
migliore e più contento.
Sii l'espressione della bontà di Dio.
Bontà sul tuo volto e nei tuoi occhi,
bontà nel tuo sorriso e nel tuo saluto.
Ai bambini, ai poveri
e a tutti coloro che soffrono
nella carne e nello spirito,
offri sempre un sorriso gioioso.
Dai a loro non solo le tue cure
ma anche il tuo cuore.

Madre Teresa



Riflessione di una Catechista


2 giugno: i cresimandi a San Siro con il Cardinale

Era una tiepida mattinata di settembre di 4 anni fa quando mi è stato chiesto di entrare a far parte del gruppo dei catechisti. Non è una di quelle domande a cui si da una risposta immediata, su due piedi… almeno per me. Sono stata assalita da dubbi, ansie e paure. Che esperienza avevo io per poter trasmettere la parola di Dio ai bambini?

Poi mi venne in mente una frase di Gibram proprio sull’insegnamento che dice: “nessuno può rivelarvi se non quello che già cova semiaddormentato nell’albore della vostra conoscenza”, e ho capito che non avrei dovuto insegnare, ma far emergere ciò che i bambini hanno già dentro di loro, ed è anche per questo che ho accettato. Adesso ripensandoci e rivedendo i singoli fotogrammi di questi 4 anni, sono senz’altro contenta di aver intrapreso questa esperienza.

I bambini sono stati sicuramente la mia più grande scoperta e in questo gioco di dare-avere nelle ore trascorse insieme, non hanno mai mancato di stupirmi. Anche nei momenti più difficili, quando dubitavo di essere riuscita nel mio operato, ecco che un sorriso, uno sguardo, una parola, un gesto hanno fatto scaturire in per me una forza incredibile, ripagandomi con abbondanza dell’impegno. Ho fatto un cammino che mi ha portato a conoscere persone eccezionali, che mi hanno dato tanto, che mi hanno aiutato a crescere come persona e come cristiana, alle quali spero di aver ricambiato con il mio piccolo contributo e alle quali va di cuore il mio grazie.

Paola Siconolfi


«Tutte le genti verranno a te». È questo lo slogan che ha caratterizzato la II° edizione della Festa dei Popoli che si è svolta Sabato 10 giugno nella nostra parrocchia del Murialdo di Milano.

Il gruppo Missionario “Ettore Cunial” ha voluto organizzare un evento che offrisse a tutta la comunità un messaggio positivo sulla convivenza e sulle opportunità dell'accoglienza e che coinvolgesse tutti coloro che nella zona si adoperano per l'accoglienza e l'integrazione.

Quest'anno erano presenti ben 7 comunità etniche: Filippine,Brasile, Mali, Marocco, Eritrea, Perù, Sri Lanka.

Queste, in sintesi, le finalità della manifestazione:

  • offrire una possibilità di incontro a diversi gruppi di immigrati presenti nella zona;
  • creare uno spazio di dialogo tra le diverse culture e tradizioni di popoli;
  • sensibilizzare alla realtà globale dell'immigrazione;
  • creare un’occasione per entrare a contatto diretto e personale con la "mondialità" che bussa alle nostre porte.

Alle istanze religiose, molto sentite all'interno dei gruppi etnici coinvolti, vanno ad unirsi quelle civili e culturali offerte dalle espressioni folkloristiche, gastronomiche e artigianali dei gruppi internazionali direttamente coinvolti nell'allestimento della festa, esprimendo con perfetta armonia tutte le ricchezze che compongono il variopinto mondo etnico presente nella zona del Giambellino.

La festa ha offerto, infine, la genuinità della partecipazione reale degli immigrati - il loro coinvolgimento è unito a quello dei volontari locali - e ha proposto ideali ed opportunità proprie di una società che cerca di dare delle risposte alla convivenza: l'accoglienza come superamento della tolleranza e la festa come luogo dell'incontro con il diverso, lo straniero.

Dopo il ritrovo sul piazzale della nostra chiesa, grandi e piccoli si sono dati appuntamento nel cortile della parrocchia per trascorrere in allegria questa importante Festa. Nel pomeriggio, una preziosa carrellata di laboratori di arte, ballo, cucina, insieme a spettacoli folcloristici con vivaci ambientazioni, ha coinvolto e unito i numerosi presenti, tra i quali i parrocchiani.

Festa dei popoli che quest'anno, ha avuto un duplice messaggio: per gli emigranti è un invito all'integrazione, per la nostra comunità, invece, un incitamento a comprendere l'importanza della diversità e la ricchezza del confronto con le altre culture e tradizioni.

Per il Gruppo Missionario “Ettore Cunial”
Pompeo Marano


Oratorio Estivo Murialdo












 

"Shrek - VAI OL3” è l’avventura proposta dai Giuseppini del Murialdo per l’animazione degli oratori estivi 2006. Dal 12 giugno al 16 luglio alle 8.00 del mattino l’oratorio era già affollato di ragazzi e genitori che venivano accolti dai collaboratori. Poi piano piano arrivavano anche i giovani animatori un po’ assonnati, ma pronti a scattare, correre e giocare con i ragazzi.



La bella la festa finale con le famiglie.

Brevemente i numeri: 221 i ragazzi iscritti di cui 50 stranieri di 12 nazionalità diverse, 35 animatori adolescenti, 30 collaboratori adulti. Le 5 settimane sono letteralmente volate tra giochi, canti, balli, gite, piscina e pizzate enormi.
Per noi volontari/e giovani e adulti è stato un periodo bello e impegnativo vissuto con spirito comunitario; i ragazzi al centro del nostro impegno erano davvero entusiasti e anche le famiglie hanno manifestato il loro apprezzamento per l’iniziativa della Parrocchia. Generosa la disponibilità di don Samuele e dei sacerdoti.
Grazie Signore, per i doni elargiti alla nostra comunità.












 












Alcuni animatori durante la gita a Brunate

Concetta Ruta
conci.ruta@tiscali.it



Estate giovani

Le branche del MI X nei mesi di luglio e agosto hanno vissuto i campi estivi in località diverse, ma sempre con lo spirito di avventura, di scoperta, di impegno proprio della metodologia di Baden Powell.


I lupetti a fine campo,
stanchi ma contenti di aver trascorso una settimana assieme alle vacanze di branco

I Lupetti si sono recati per una settimana a Canale (CN), sulle colline del Roero.
Il Reparto ha montato il campo sulle montagne della Valtellina a Salva (So).
Il Clan concluderà la prima parte delle attività estive dell'oratorio in Piemonte sui luoghi della Resistenza sulle montagne della provincia di Torino.
All’inizio del mese di agosto 10 ragazzi e 3 animatori del gruppo Adolescenti hanno vissuto un campo di lavoro al Sermig - Arsenale della Pace di Torino. Dal 4 al 14 agosto 10 giovani hanno partecipato al Pellegrinaggio a Santiago de Compostela (Spagna); dal 24 al 27 agosto Scuola Educatori a S. Giuseppe Vesuviano (Na); dal 28 agosto al 3 settembre campo delle Medie sulla Grigna (LC) e sempre entro settembre la 2 giorni Chierichetti a Venezia.
Sono state ricche e belle esperienze di comunione.

Don Samuele
samuelec@murialdo.org



Fotografie


Qui sopra e sotto due immagini dei nostri giovani che dal 4 al 14 agosto hanno partecipato al pellegrinaggio a Santiago de Compostela




I lupetti in alcuni momenti di uscita nei dintorni del Santuario della Madonna del Mombirone a Canale


Don Sandro ci ha mandato questa foto da lui fatta il 23 agosto in aereo durante l’atterraggio in Ghana (Africa)


A Pesaro e a Clusone

Pesaro

Anche quest’anno la Parrocchia ha organizzato il soggiorno anziani a Pesaro dal 30 maggio al 13 giugno.
Siamo partiti da Milano che il tempo non prometteva bene e dopo un buon viaggio siamo arrivati a Pesaro che piovigginava. La compagnia era bella e insieme abbiamo passato piacevoli giornate tra giochi di società, risate e balli. Di sole ne abbiamo preso poco, ma tra una partita a carte e una preghiera il tempo è volato.
Grazie a Dio siamo stati bene e non sono mancate le premiazioni per i vincitori dei giochi, nonché l’elezione di miss Pesaro.

Tarcisia Bonne



Clusone

Ancora una vacanza in montagna per gli anziani, serena e ricca di simpatia e tanta fraternità a Clusone (BG) dal 15 al 29 luglio.
Con 42 non più giovanissime, solo Dolores contava 97 anni... e poi le "gallinelle padovane" otto in tutto, ma...un po' "ciacolone" ma sempre allegre e piene di iniziative, soprattutto "La Biagina", che si è autocandidata a "miss universo", peso e misure da non dirsi. Lodi, rosari, messe partecipate e sostenute dall'ugola d'oro di Marisa. Uscite e brevi pellegrinaggi a tutti i santuari della zona, e l'incontro commosso con Suor Ambrosina a Bergamo alta, presso la casa "Madre Clelia". A sera le immancabili tombolate prò missioni, canti e balli con la bella napoletana Annarosa... Che dire: Grazie. E' stata proprio una bella avventura, e grazie a Dio ...siamo rientrati tutti sani e salvi e con tanta nostalgia che fosse trascorso tutto così in fretta.

don Guglielmo



Nuova provincia d’Italia intitolata alla
Santa Famiglia di Nazareth

Il 2 agosto 2006 a Roma è stato nominato il nuovo Consiglio della PROVINCIA d’ITALIA, che è così composto:



  • P. Tullio Locatelli - superiore provinciale
  • P. Ferruccio Cavaggioni - vicario provinciale
  • P. Lorenzo Sibona - economo provinciale
  • P. Danilo Magni - consigliere provinciale
  • P. Antonio Lucente - consigliere provinciale.





Con questa data ufficialmente è nata la nuova provincia d’Italia intitolata alla Santa Famiglia di Nazareth che segna la conclusione del cammino di transizione e pone inizio di una nuova realtà di congregazione.

Tutta la Famiglia del Murialdo, giuseppini, murialdine e laici delle varie opere sono convinti della importanza e della responsabilità che comporta tale decisione, nella quale tutti siamo coinvolti.

Anche la comunità Murialdina di Milano desidera lasciarsi coinvolgere nel nuovo spirito di comunione e corresponsabilità e assicura al nuovo Consiglio Provinciale la sua preghiera e l’augurio di un generoso servizio per il Regno di Dio.


Dal Centro di Ascolto

II Centro di Ascolto presso la Parrocchia di San Leonardo Murialdo è aperto 2 volte alla settimana, lunedì e mercoledì mattina, con la presenza di 2 Suore Figlie della Carità, 2 volontarie e 1 assistente sociale del Gruppo di Volontariato Vincenziano (G.V.V).


Da inizio anno 2006 a fine giugno sono stati effettuati 189 colloqui, di cui quasi la metà, riguardavano richieste di lavoro da parte di persone straniere.

Molte anche le richieste di informazioni sociali inerente a problemi di carattere pensionistico, di nuovi ingressi immigratori, per corsi professionali per adulti (ASA,OTA), per indirizzi relativi a mense, ricoveri notturni, visite specialistiche, richiesta di contributi all'Ente Pubblico, problemi di morosità di affitti Aler.

Alcuni casi ritenuti di maggiore gravità, non solo per problemi economici, ma anche per necessità di un affiancamento morale, sono stati segnalati e discussi durante la riunione del G.V.V. Giambellino, dopo aver provveduto a documentare i problemi segnalati e a effettuare visita domiciliare.

Sempre a fine giugno, le famiglie seguite dal gruppo Giambellino risultano essere 42, di cui: 13 sono persone sole e 29 sono famiglie composte da più persone.

Di queste ultime, 24 ricevono un pacco alimentare una volta al mese, 4 sono segnalate e seguite dal Centro Psico-Sociale (C.P.S.) di zona, 7 sono seguite regolarmente dalle volontarie del gruppo e ricevono un contributo economico per motivi diversi - pagamento di spese mediche, assistenza domiciliare o semplicemente per mancanza di lavoro o reddito insufficiente.

Tutte le 13 persone sole ricevono un pacco alimentare mensile: 7 sono seguite dal C.P.S. di zona, 3 ricevono regolarmente un contributo economico da parte del gruppo, 3 sono nuovi casi che per ora hanno ricevuto solo il pacco mensile ma che saranno da vagliare ulteriormente per cambiamenti possibili nella loro situazione di difficoltà.

Il G.V.V. Giambellino per preparare i pacchi alimentari riceve un grosso aiuto dalla Fondazione Banco Alimentare con la quale è convenzionato da qualche anno, mentre per gli aiuti economici si avvale spesso della collaborazione di associazioni e fondazioni private che, con interventi di diversa entità, aiutano anche a risolvere qualche caso.

L'Ente Pubblico, il Comune in particolare, dà aiuti economici a famiglie con minori, anziani e adulti in grave situazione di bisogno: il contributo non risolve spesso i problemi familiari, per i quali occorre un'assistenza sussidiaria che può essere fornita dalla nostra associazione con un affiancamento da parte delle volontarie che forniscono un supporto morale e psicologico.

Le Volontarie G.V.V.





Grazie suor Elena


“(…) II cammino del noviziato prosegue bene, sostenuto dalla grazia del Signore e nella comunione con le sorelle, nella scoperta ogni giorno più profonda di quanto è bello abitare nella Sua casa, vivere, gioire e faticare per Cristo, centro e significato delle nostre esistenze e ... lasciarsi amare e riplasmare da Lui! Vi ricordo sempre con affetto al Signore perché la vostra comunità possa crescere sempre più in santità ed essere segno di salvezza nella nostra città”.

Suor Elena




Ancora sul trasporto pubblico in Zona

Nel numero di marzo di Camminare Insieme, avevamo trattato del nuovo collegamento che fa capo alla Stazione di Piazza Tirana, quello istituito con il Servizio Ferroviario Suburbano della linea S9, che utilizza i binari della linea Milano-Mortara sino all'altezza di Via Tolstoi e poi l'anello ferroviario parallelo alla circonvallazione esterna con fermate a Porta Romana, Lambrate e Greco Pirelli per quel che riguarda il percorso in Milano, con validità del biglietto ATM urbano. Poi ulteriori soste a Sesto San Giovanni, Monza, Lissone, Desio, Seregno, con normale biglietto ferroviario, e termine del viaggio in Isvizzera, nel Canton Ticino.


Lo scorso luglio, con lavori realizzati nell'arco di soli dodici mesi e con una spesa complessiva di due milioni e mezzo di euro, è stata aperta una nuova stazione di questa linea, quella in corrispondenza di via Romolo, chiamata appunto Milano/Romolo, raggiungibile da Piazza Tirana in soli cinque minuti.

L'avvenuta integrazione con l'omonima stazione della linea 2 della metropolitana, ci coinvolge in un significativo miglioramento dell'efficienza dei trasporti, realizzato tramite un importante punto d'interscambio con le linee urbane 47-71-76-90-91-MM2, e verso l'hinterland con le autolinee extraurbane per Buccinasco, Corsico, Rosate, Abbiategrasso e Vidigulfo. In particolare, sono portate a tre le sedi universitarie raggiunte: oltre al Politecnico a Lambrate e la Bicocca a Greco Pirelli, lo IULM, ora raggiunto con la nuova fermata. A tutto questo fa di supporto un parcheggio multipiano della capienza di 260 auto, aperto dalle 6 del mattino all'1 di notte.

Non è finita: in un futuro non molto lontano sarà realizzata un'ulteriore fermata fra Piazza Tirana e Romolo, in corrispondenza della zona navigli, subito dopo il ponte di ferro recentemente sostituito, che si chiamerà "Canottieri".

Visto che siamo in tema di trasporti, dobbiamo rettificare una notizia data a suo tempo su queste pagine, quella dell'imminente partenza dei lavori per la realizzazione della linea 4 della metropolitana, la Linea Blu, che dovrà collegare il Lorenteggio all'aeroporto di Linate.

Avevamo detto che la prima tratta, dalla Stazione San Cristoforo di Piazza Tirana sino al Policlinico di Via Francesco Sforza - 9 stazioni e una capacità di trasporto di 14 mila passeggeri l'ora - aveva ottenuto la relativa copertura economica. Invece, all'ultimo momento, il finanziamento è rimasto fuori dalla delibera del CIPE.

Pessima omissione, perché in materia di trasporto pubblico non è consentito alcun rinvio: l'inquinamento di ozono e delle polveri sottili, sfugge troppo spesso al controllo.

Il Sindaco, Letizia Moratti, aveva dichiarato in campagna elettorale che la linea 4 della metropolitana era tra i suoi 100 progetti strategici, indispensabile per la realizzazione di un'efficiente rete di trasporto pubblico.

Dunque i 240 milioni di euro necessari per l'avvio dei lavori, che il Governo pare non voler tirare fuori, dovranno in qualche modo essere reperiti altrove.

Ma Milano è abituata a fare da sola, con le proprie forze.

Gianni Ragazzi
gianni.ragazzi@iol.it



Luciana Dal Ben (1930-2006)


Ricordiamo commossi l’amica e collaboratrice Luciana Dal Ben, tornata alla casa del Padre il 15 giugno scorso.
Per oltre 20 anni, Luciana è stata puntuale cronista della storia della Parrocchia, del quartiere, del Gruppo Ex Oratoriani. Nelle pagine di Camminare Insieme ha saputo tenere vivo il ricordo dei primi, difficili e pionieristici tempi della nostra comunità, sempre fedele testimone degli avvenimenti che l’hanno contrassegnata. Ai familiari e agli amici, le nostre sentite condoglianze.

Ricordiamo Luciana con alcuni pensieri di don Pietro Rota letti durante la liturgia funebre.

Pensando a Luciana, ricordo la sua particolare attenzione ad ogni persona. Quando mi incontrava o mi telefonava, prima di parlare di lei, chiedeva sempre: “come stai? Come ti trovi nella nuova Parrocchia? I tuoi stanno bene...” e sentivo che attenzioni simili le riservava a tante altre persone.

(…) Pensando a Luciana, ricordo la sua costante collaborazione con l’informatore parrocchiale. A volte alcuni suoi articoli mi sembravano ripetitivi e penso lo fossero volutamente, perché Luciana voleva ricordare con insistenza alcuni valori a lei molto cari, quali la fede, la collaborazione, la solidarietà verso i vicini e i lontani.

(…) Pensando a Luciana, ricordo la sua fedele presenza, sempre positiva e propositiva, agli incontri degli Ex-Oratoriani e la sua devozione a S. Leonardo Murialdo.

Pensando a Luciana, voglio pregare così:
Dio della vita, Ti affidiamo Luciana accoglila nella pace eterna e fa’ che dal cielo, insieme alla sorella Mariella e a tanti cari defunti, continui ad essere vicino a chi con affetto la ricorda. Amen.

A cura della Redazione





Carissimi amici,

Giunta alla sera della vita Gesù le ha detto “passiamo all’altra sponda, e ha raccolto il suo spirito nel suo dolce abbraccio misericordioso”.

Il nostro gruppo ha ricevuto un altro grande dolore, la partenza della nostra grandissima amica Luciana Dal Ben, che ha raggiunto la cara sorella Mariella, i suoi genitori e fratelli.

La liturgia esequiale è stata celebrata nella nostra Parrocchia San Leonardo Murialdo, con la presenza di don Dante Maculan e don Silvio Tamani. Grande è stata la partecipazione alla celebrazione.

In ricordo di Luciana, gli amici vorrebbero fare un gesto concreto a favore delle missioni, ricordando così una persona ricca di doti umane e sempre generosa collaboratrice ad ogni iniziativa.

Luciana, ricordati degli amici “Ex Oratroriani” quando sarai vicina a Gesù.

Grazie per la tua bella amicizia.

Francesca Montanari


Gli amici della filo-sophia

Tante volte mi sono sentita chiedere “a cosa serve la filosofia?”. Forse anche qualcuno di voi si è posto la stessa domanda in cuor suo.
Il filosofo, che da questo mese vorrei farvi conoscere, aveva una risposta bellissima. San Tommaso, nato nel 1221 a Roccasecca, nel Lazio, da padre nobile e italiano e da madre normanna, diceva che la meditazione filosofica è il culmine di ogni indagine su fatti, cose e realtà. Tuttavia, come precisa lo studioso R. Spiazzi, “… il concetto centrale e vitale di una filosofia che voglia essere visione e interpretazione completa del mondo e dare il senso integrale della realtà, non può ridursi a l’idea, la forma, […] il pensiero, […] l’intuizione estetica, […] anche se da ognuno di questi concetti si può far emergere, e in realtà emerge, un significato perenne e eterno, l’idea divina, la totalità dell’essere [che è] in quei concetti parzialmente rappresentata e realizzata”.

La realtà oggettiva, il mondo, è il suolo su cui si muove e da cui prende le mosse l’indagine tommasiana, ma il suo obiettivo è quello di sondare, di investigare e di trovare le cause ultime, al fine di giungere ad una filosofia che sia dell’essere e dell’esistente.
Una filosofia che si serva della ragione e sfoci nel mistero divino, nella fede; è Dio, infatti, l’oggetto primario della riflessione di Tommaso d’Aquino. Egli riteneva che la Rivelazione mostri la strada e i confini per l’unico discorso corretto sull’uomo e sul mondo.

Potremmo chiederci: a cosa serve la ragione se la via è la rivelazione?
Perché San Tommaso si ostina ad usare la ragione quando potrebbe abbandonarsi alla tradizione religiosa? La risposta al duplice quesito si affaccia alla finestra dialogica da cui San Tommaso guarda al mondo e all’uomo. Anche oggi i giornali, le interviste televisive, la politica estera si pongono il medesimo quesito che San Tommaso, con intento apologetico, si pose nel XIII secolo: dove si trova quel qualcosa che mi permette di dialogare con tutti? Sia con i credenti, sia con i non credenti o con coloro che professano una religione diversa dalla mia. In cosa tutti ci assomigliamo, cosa ci accomuna?
Risposta: la ragione.

“E’ necessario ricorrere alla ragione … alla quale tutti devono assentire”, scriveva Tommaso, poiché da lei ci derivano quelle verità su cui tutti possiamo trovare accordo. E’ dunque dalle verità che ci fornisce la ragione, dalla condivisione di un medesimo punto di partenza che possiamo argomentare e far nascere ogni discorso. Bisogna aggiungere che, come ben puntualizza San Tommaso, la ragione caratterizza l’uomo; è uno degli elementi che permettono di definirlo “uomo” e ha un potenziale conoscitivo ed esplorativo che sarebbe un errore non sfruttare.

Il sapere teologico, allora, per San Tommaso, non soppianta quello filosofico; questo poiché ragione e fede si rifanno a una sola e unica Verità. Se fede e ragione, teologia e filosofia, hanno il medesimo oggetto, cioè studiano le stesse cose, ossia Dio, l’uomo e il mondo, in cosa differiscono?
Nel fatto che la filosofia ci consente una conoscenza imperfetta di quelle cose che la teologia perfeziona in grazia della rivelazione.
La Grazia non si sostituisce alla natura ma la perfeziona, così come la teologia migliora la filosofia e la fede orienta la ragione. Allora, una corretta filosofia è necessaria per una buona teologia, tenendo presente che la filosofia, come introduzione alla teologia, ha strumenti d’indagine e metodi propri, i quali non sono assimilabili a quelli della scienza teologica.

Valentina Caleca





Fotografie

Domenica 18 giugno come ormai da alcuni anni il gruppo "Coppie in cammino" vive l’incontro di verifica e di programmazione annuale in allegra convivialità presso la Cascina San Marco di Milano.