camminare insieme Ottobre 2006   


Un miracolo a due, affidato alla speranza

È bello che la Chiesa cominci ad annunciare il senso e la bellezza del matrimonio cristiano, perché nessuno possa dire: “peccato non lo sapevo”.

Spesso e da anni tengo con alcuni amici corsi per fidanzati, ai quali partecipano giovani che vengono senza avere una convinzione precisa su ciò che stanno chiedendo.
Magari vengono perché invitati da amici, dopo che fin dalla cresima non hanno più messo piede in chiesa. Ma alla fine se ne vanno dicendo “per fortuna che ho fatto il corso”, perché hanno scoperto la ricchezza che comporta la fede e questo sacramento.

Scrive il nostro Arcivescovo Dionigi nel suo messaggio d’inizio anno pastorale: “c’è un racconto d’amore che attraversa tutta la storia umana. Nel cuore di ogni uomo e di ogni donna è presente, insopprimibile, il desiderio di amare!”. E continua: “da dove viene questo desiderio e dove conduce? Il Vangelo non ha dubbi: viene dal cuore di Dio, perché Dio è amore”. Insiste il Cardinale: “noi cristiani abbiamo la certezza che l’amore di Dio è in mezzo a noi”. Cristo è la vera novità del matrimonio e della famiglia”.

Tutto questo è splendida rivelazione!

Ma poi venendo a noi, nel dialogo quotidiano, nella stampa cogliamo che la percentuale dei matrimoni civili ha superato a Milano come in altre città italiane, quelli religiosi. È un dato che ci fa pensare.
Quando vado in giro per la parrocchia per la benedizione alle famiglie, incontro coppie non sposate. Molti escono da un precedente matrimonio fallito.
Molti dicono che non possono permettersi un matrimonio, anche per la precarietà del lavoro e dell’alloggio.
Ma ciò che è preoccupante e che non compare nei dati del comune è il numero crescente di convivenze e di single. Si fa sempre più fatica a dire “per sempre”, “ti accolgo”, “ti prometto”!

Il fenomeno interroga la Chiesa. Le situazioni non regolari creano problemi. Alcuni parroci non celebrano il Battesimo dei figli se i genitori non sono sposati cristianamente. Il Card. Ruini ha richiamato questi preti ad essere più comprensivi e disponibili.
Ora la Chiesa sta guardando a queste nuove situazioni, ai matrimoni civili, alle convivenze, mi pare stia riflettendo attentamente su quale rapporto avere con le coppie in difficoltà.

Al capezzale di questa famiglia in trasformazione, “malata”, si succedono i “medici”.
Perfino i politici mettono il camice bianco. Ma questo, dopo anni di folle legislazione antifamiliare. Si veda il caso degli “assegni” o degli alloggi, la distruzione del salario familiare. “Sposarsi in queste circostanze è follia”, mi disse una giovane donna.

E poi… “il papà assente… il mammismo imperversa, manca la figura maschile, case vuote perfino della madre. Tutto questo genera ragazzi insicuri, senza spina dorsale, pieni di cose e di soldi”, scrive un sociologo che va per la maggiore. Nelle orecchie di tanti di noi risuonano ancora le parole di quel prete sui generis che fu don Zeno. Nelle piazze d’Italia, col piglio di un antico profeta, andava dicendo a chi aveva voglia di sentirlo: “Non educate i vostri figli ad essere amati, ma ad amare. Altrimenti nasceranno mostri”.>

Molti di noi, preti compresi, credono ancora che educare all’amore sia una sorta di optional. Come se fosse un optional vedere nell’amore umano, anche nella bellezza e nell’intimità, un segno tangibile del mistero del Dio - Amore.
Una coppia - sacramento più che una meta raggiunta è una direzione verso cui tendere.

Sogno che ogni uomo, ogni donna scopra di essere Amore, creato come è ad immagine dell’Amore.
Vorrei che in ogni casa abitasse Dio con i suoi figli. Venuti dall’Amore annunciassero l’Amore, aperti alla fiducia, capaci di stare accanto e camminare con chi brancola, ma vuole tuttavia fare passi concreti verso la verità.

Una cosa è certa: condannare non serve a molto, se non allontanare la gente dalla speranza.
Beata quella famiglia in cui i figli credono che crescere significhi farsi un cuore a somiglianza di quello di Cristo. “Siamo gente di speranza”. Lo vedi scritto nella tua Chiesa, in grande. Ricordalo!

Don Guglielmo Cestonaro - Parroco
gcestonaro@murialdo.org





Appuntamento con il

Eleggiamo il nuovo Consiglio Pastorale Parrocchiale

Ricordiamo che domenica 15 ottobre si terranno le elezioni per il rinnovo dei Consigli Pastorali parrocchiali.

Si sollecitano le candidature sia agli operatori pastorali, sia a tutti i parrocchiani.

Possono essere membri del CPP coloro che sono canonicamente domiciliati nella parrocchia oppure che frequentano regolarmente l’Eucaristia presso la nostra comunità.

Rendersi personalmente disponibili per l’assunzione di una responsabilità diretta all’interno della comunità diventa un gesto di maturità ecclesiale, di amore e dono verso la nostra chiesa.

Franco Baccigaluppi



Facciamo l’uomo a nostra immagine
(Gn 1, 26-31)

 



[26]E Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra».

[27]Dio creò l'uomo a sua immagine;
a immagine di Dio lo creò;
maschio e femmina li creò.

[28]Dio li benedisse e disse loro:
«Siate fecondi e moltiplicatevi,
riempite la terra;
soggiogatela e dominate
sui pesci del mare
sugli uccelli del cielo
e su ogni essere vivente,
che striscia sulla terra».

[29]Poi Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme: saranno il vostro cibo. [30]A tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde». E così avvenne. [31]Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno.





L’uomo è il completamento dell’opera di Dio. Il verbo facciamo, al plurale, indica Dio nella sua pienezza e totalità, mentre la parola uomo (adam) è impiegata in senso collettivo come pure i verbi che la riguardano che sono al plurale, quindi è da ritenersi riferito a tutta l’umanità e non ad un singolo uomo. In contrasto con gli animali, creati secondo la loro specie, l’umanità è creata ad immagine di Dio e i termini immagine e somiglianza sono gli stessi che vengono usati per indicare la somiglianza che esiste tra padre e figlio nel senso più profondo.
L’uomo è immagine di Dio perché gli assomiglia in tutta la sua persona, corpo e spirito, esiste cioè una somiglianza naturale molto profonda. La posizione dell’uomo nel creato è diversa da quella delle altre creature, a causa della sua superiorità fisica si troverà ad essere il reggente di Dio nella natura.

Il verbo creare (bara), al v. 27, è ripetuto tre volte a sottolineare con forza il modo in cui l’uomo è stato voluto da Dio: non singolo ma coppia: maschio e femmina, non come due esseri separati, ma come due aspetti dell’essere umano preso nella sua totalità. Ambedue i sessi rispecchiano l’immagine del divino, ne consegue che uomo e donna stanno alla stessa altezza.

Anche l’uomo, come tutte le altre creature, viene benedetto, anche se viene sottolineata la sua regalità nel confronto del creato, regalità che si esprime non nel singolo ma in tutta l’umanità. Compito infatti dell’umanità è quello di riempire la terra e in questo compito l’uomo è il collaboratore di Dio nel completare la creazione.
Tutto ciò è molto buono, Dio gioisce della sua creazione perché il suo piano si è realizzato secondo il suo volere.

La dignità della persona umana ha la sua radice nell’uomo “immagine di Dio”, non può quindi essere tollerato alcunché che opprima l’uomo né da parte dello “stato”, né da parte di altri uomini perché lede l’immagine stessa di Dio nell’uomo. Dio non dimentica né abbandona nulla di ciò che ha creato e, anche se la vita è piena di difficoltà e di mali, Dio è vicino all’uomo.

Anche la nostra storia personale inizia con una creazione perché la generazione umana è un continuare la creazione; ma ancora più misteriosa e sublime è la creazione che con il Battesimo inizia la storia della nostra salvezza.

Allora, forti di questa consapevolezza possiamo fare nostro il canto del Salmo 8, magnifico inno alla creazione: quanto è grande Signore il tuo nome su tutta la terra.


Gabriella Francescutti



    






Domenica 17 settembre 2006
Telegiornale delle ore 20.00:
Suora italiana uccisa a Mogadiscio (Somalia) Africa, si chiamava Leonella Sgorbati aveva 65 anni.





La sorella Giuseppina che abita in via Giaggioli, 7, intervistata da Edgardo, ricorda così la sorella:
9 dicembre 1940: nella cascina di Rezzanello di Gazzola, in provincia di Piacenza nasce Rosetta. Papà Carlo e mamma Giovanna sono contadini e hanno già due figli Renzo e Giuseppina.
Nel 1950 la famiglia si trasferisce a Sesto San Giovanni dove i genitori aprono un negozio di frutta e verdura.
Muore il papà e Rosetta viene messa in collegio dalle suore Preziosine di Monza per poter studiare.

Ragazzina di animo generoso e di indole intraprendente, Rosetta aiuta chi si trova nel bisogno con grande spontaneità.
Durante un campo estivo conosce le suore Missionarie della Consolata che diventeranno la sua nuova famiglia.
Cambia il nome e da Rosetta diventa Suor Leonella.

Studia a Torino e ottiene il diploma di ostetrica. Poi trascorre due anni in Inghilterra e diviene insegnante di lingua inglese.
Parte per il Kenia dove svolge la sua missione per oltre 30 anni.
S’innamora dell’Africa e chiede espressamente nel suo testamento di essere sepolta in Kenia, la sua nuova patria.

È anche insegnante di ostetricia e forma centinaia di ragazze e ragazzi che oggi operano come infermieri professionali o ostetrici nei vari villaggi e che, con il loro lavoro in campo sanitario, contribuiscono a dare dignità e sviluppo al loro paese.
Per otto anni Suor Leonella svolge il suo apostolato come provinciale in Kenia viaggiando anche in Europa.

Conosce SOS Children Austriaca che opera a Mogadiscio, in Somalia, e chiede di poter tornare al suo lavoro di insegnante di ostetricia. La situazione a Mogadiscio è esplosiva: viene definita la città più pericolosa del mondo.
Il paese è dilaniato dalle lotte civili tra le varie fazioni dei “signori della guerra”. Fame e malattie mietono vittime ogni giorno.
Suor Leonella per svolgere il suo lavoro deve accettare di muoversi con una scorta armata.
Una delle sue guardie del corpo, Mohamed, rimane uccisa nel tentativo di salvarle la vita, lascia la moglie e due figli piccoli.
Le ultime parole di Suor Leonella, morente tra le braccia delle sue consorelle sono: Perdono, perdono, perdono.

Il nostro Gruppo Missionario “Ettore Cunial” ha incontrato Suor Leonella il 14 marzo, 2006. Nella riunione ha illustrato brevemente il suo impegno missionario in Africa. Siamo rimasti colpiti e commossi dalla simpatia, dalla semplicità, dal suo coraggio e dalla forza della sua profonda fede.
L’abbiamo ricordata assieme alla sorella Giuseppina e ai suoi familiari nella Messa delle ore 10.00 di domenica 24 settembre. Ha concelebrato don Gianni Cesena, direttore del Centro Missionario Diocesano, che ha letto un messaggio del Cardinale. Assieme a don Guglielmo, celebravano anche p. Lucio e p. Giovanni, missionari della Consolata, e don Gino Rossi missionario Giuseppino.
La sorella Giuseppina ha ricevuto un lungo e caloroso applauso al termine della sua semplice riflessione. “Perdono gli assassini di mia sorella, perché non sapevano quello che facevano”.


Edgardo Fusi


AFRICA: richiamo alla responsabilità


“Dio ci ha preceduto, ha messo nel cuore di ogni uomo il Seme dello Spirito”.
Questa frase, detta da Josè Campate, uomo d'immensa umanità e vescovo della Guinea Bissau, mi ha talmente colpito da accompagnarmi durante tutto il resto dei giorni trascorsi in Guinea.

Emozionata, toccata al cuore da questo speciale incontro, al quale sono seguiti poi incontri di non minore intensità, inizio a guardare i bambini, gli animatori, le donne gravide, gli uomini al mercato, i lebbrosi, i malati e mi chiedo: cosa mi distingue da loro? Non sono fatta, forse, della stessa carne? Non sono, forse, anatomicamente uguale? Non provo forse le stesse emozioni, se pur per motivi diversi? Serena o triste, speranzosa o scoraggiata, cosa è che mi distingue? Non nasco dalla stessa volontà divina? Dio ha desiderato me come ha desiderato loro: Nela, Bruno, Chilandia, Vania?!?

Se pur la diversità e forse la lontananza per cultura, educazione e modo di concepire la vita, sembra in taluni casi incolmabile, lotto in quei giorni con il Pregiudizio e il Giudizio, le catene che bloccano la volontà del conoscere l'Altro; quel Diverso da me... lo Straniero.
E così mi butto e decido di vivere a fondo questa esperienza, di curare la mia paura, di combattere il pregiudizio cambiando lo sguardo verso questi uomini uguali e lontani da me, cercando ciò che abbiamo in comune, ciò che non ci divide, ciò che non ci separa, ciò che è Pace...e non è guerra!

Questa esperienza, oltre a regalarmi l'opportunità di lavorare con i guinensi, è divenuta una buona occasione per osservare il mondo da un altro punto di vista, da un'altra realtà e non essere semplice osservatrice.
Appena arrivata in Guinea ho avuto la sensazione di essere stata catapultata dentro un documentario, ma nel tragitto in camioncino da Bissau, la "città" capitale, a Bula (la campagna), ho il tempo di rendermi conto che non è un sogno, né sono immagini televisive quelle che vedo. In Guinea ci sono proprio io!!!... e sono io la straniera. Il pesce fuor d'acqua. Accolta e al contempo osservata per ciò che portavo addosso, le scarpe, i pantaloncini e una maglia, o meglio, per il semplice fatto di essere bianca ("Branco Pelele" dicevano i bambini rincorrendoci). La povertà è tanta, troppa. Fa male vederla, toccarla, leggerla sul volto della gente: speranze troppe volte deluse, promesse fallite, obiettivi mancati.

La polizia ci ferma e per lasciarci passare vuole le penne per scrivere, gliene lasciamo una ventina. Nei giorni seguenti vado nei villaggi con Suor Ada, 70 anni, 26 di missione in Guinea e tre ernie al disco; donna dalla forza impressionante, mai stanca e sempre sorridente, mentre, noi giovani ragazze, dopo solo tre ore, boccheggiavamo dal caldo, dalla fame e dalla stanchezza. Nei villaggi incontri un'umanità incredibile.

Creature di Dio che ancora muoiono di parto, che ancora non sanno leggere e scrivere, bambini che muoiono di morbillo, uomini che non conoscono la loro età, relazioni sociali complicate, affettività distrutte e disordinate, sguardi persi negli orrori delle guerre civili che spesso e purtroppo noi, occidentali intellettuali e plurilaureati, appoggiamo inconsapevolmente. Ma mai sorrisi negati, mai abbracci rifiutati, e le strette di mano sempre calorose. I bambini, poi, capaci di spezzettare il panino che ricevevano, già diviso a metà, con me, certo magra, ma non denutrita. Dentro gli occhi, dietro i volti, dentro i cuori ancora la luce del sorriso, la cordialità aperta, la fiducia.

Ma allora cosa ho io per meritarmi di più?

Certamente, le differenze ci sono, eccome. Di fondo c'è qualcosa che mi separa da loro, ma non è la diversità di religione, nè il modo di affrontare la vita.

Francesca Gatto
(continua nel prossimo numero)



I martedì della Parola di Dio
Lectio Divina sulla Genesi



Signore da chi andremo?
Tu solo hai parole di vita eterna

Il cristiano cerca ogni giorno Gesù vivo che parla.
In che modo?
Nella Parola di Dio che chiama ad entrare in amicizia sempre più profonda con Lui, per poter vivere tutte le nostre relazioni e realtà quotidiane con Lui, come Lui, da "cristiani".

La nostra comunità parrocchiale anche quest'anno desidera mettersi in ascolto del Maestro.

COME?

Con la lettura meditata del Libro della Genesi
tentando di riscoprire il metodo della Lectio Divina.
Concretamente:
  1. Lettura e presentazione della Parola
  2. Momento di silenzio per interiorizzare la Parola
  3. Breve scambio delle riflessioni personali
DOVE? In sala Papa Giovanni XXIII

QUANDO? I Martedì dalle 21.00 alle 22.30, secondo il seguente calendario:

2006  Ottobre:    3-10-17-24 
         Novembre: 7-14-28
         Domenica 19 Novembre, prima di Avvento:
                        Giornata di Ritiro Spirituale
         Dicembre:  5-12-19

2007  Gennaio:   16-23-30
         Febbraio:  6-13-20
         Domenica 25 Febbraio, prima di Quaresima:
                        Giornata di Ritiro Spirituale

CHI E' INVITATO?

Tutti coloro che vogliono conoscere e approfondire la propria fede in Gesù
- chi cerca la verità;
- chi vuole imparare a leggere, capire e pregare la Parola di Dio;
- chi sta preparandosi da adulto ai Sacramenti;
- chi vuol maturare comunitariamente la propria fede e approfondire la propria adesione a Gesù, perché non gli basta più essere il cristiano della domenica;
- chi è responsabile-portatore della parola (catechisti - animatori...);
- chi è genitore dei bambini del catechismo;
- chi è appassionato di Gesù.


1963 nasce il SER. MI. G.

1963 nasce il SER. MI. G. - servizio missionario giovani - grazie a un'iniziativa di Ernesto Olivero.

Un piccolo gruppo di ragazzi con lo stesso sogno: eliminare la fame nel mondo. Un'impresa impossibile, sembra, rimettere in sesto un vecchio arsenale militare in disuso per trasformarlo in un Arsenale di Pace. Eppure da quando hanno preso le chiavi dell'Arsenale nel 1983, sono riusciti a ristrutturarlo completamente quasi solo con le loro risorse e con l'aiuto di circa 100.000 ragazzi che ogni anno portavano il loro aiuto in questo grande progetto.

Noi ragazzi del Gruppo degli Adolescenti siamo stati tra questi. L'esperienza che abbiamo vissuto all'Arsenale prevedeva tempi di formazione alla cultura della pace e della vita, tempi dedicati alla spiritualità, tempi di lavoro. Qui ci hanno aiutato a capire, con un gioco molto semplice, cosa provano tutte quelle persone che ogni giorno non hanno neanche i soldi per comprarsi da mangiare. Mentre eravamo ospiti di questa comunità, che ogni giorno 24 ore su 24 accoglie chi ha bisogno e si adopera per le persone che nel mondo soffrono, abbiamo appreso la notizia della guerra e delle atrocità che stavano avvenendo in Libano.

Subito col nostro aiuto e quello di altri ragazzi, il SERMIG ha inviato un container contenente ciò che serve ai bisogni di prima necessità. In un momento così difficile abbiamo visto come questa grande comunità, spinta dalla fede e da un sogno, riesca a lavorare con entusiasmo anche in quei momenti in cui sembra che tutto vada per il verso sbagliato. Ringraziamo il SERMIG per averci dato l'opportunità di capire e comprendere meglio il mondo che viviamo e che ci gira attorno.

Marco Valeri


Oratorio Estivo


L’esperienza settembrina dell’Oratorio Estivo è giunta al termine e io cercherò di descrivere in poche righe quelle che sono state le emozioni mie e dei bambini che erano presenti. Anche se è durato solo una settimana, è comunque stata una esperienza intensa che è riuscita a riempirmi il cuore di gioia nel vedere i legami che si formano tra i bambini, nonostante le differenze di età e di etnie. Sono stati solo 55 i ragazzi iscritti rispetto ai 220 di giugno e luglio, ma con le loro risate, urla di gioia, sono riusciti a riempire l’aria e tutto l’ora-torio, portando a noi adulti una ventata di buonumore.





Bellissima e partecipata la gita del 7 settembre al Parco di Monza con visita al Duomo (vedi foto). Il mio ringraziamento va a questi miei piccoli amici per l’energia che ci donano e a don Samuele per aver saputo con la sua disponibilità creare un clima accogliente.





 

Paola Siconolfi



Dai vita alla Speranza

Dai vita alla Speranza”: è il titolo del nostro Campo estivo.


Noi siamo dodici ragazzi, compresi tra i dodici e i quattordici anni - più tre educatori e don Samuele - che abbiamo partecipato a questo Campo dal 28 Agosto al 3 settembre 2006, alloggiando alla Cascina Margherita. Quest’ultima è limitrofa a Pasturo, sui Piani di Brunino, in provincia di Lecco.

Il paesaggio è tipico dei 1020 m, l’altezza di tale località. Dalla cascina si domina tutta la vallata, e nei giorni limpidi le sagome delle montagne si stagliano nettamente nel cielo. Il Grignone, retrostante alla cascina, si distingue dagli altri monti per l’imponenza e per il suo splendore, soprattutto la mattina presto quando il sole lo colora di toni caldi.

In questo meraviglioso posto circondato dalla natura, abbiamo svolto una serie d'attività per scoprire Dio nelle Sue varie forme e per conoscerci meglio tra noi vivendo assieme e aiutandoci l’un l’altro.

La prima giornata siamo stati divisi in casate di cui abbiamo scelto nome e luogo di ritrovo; tutte le attività, comprese gare, giochi e faccende domestiche, le abbiamo svolte con la rispettiva casata.

Questa attività iniziale è stata necessaria per introdurci al tema del villaggio, intorno al quale ruotava tutto il nostro campo. Ogni giorno un luogo diverso si aggiungeva ai già conosciuti, scoprendo così Dio nelle sue varie forme.

Fontana: Dio è Acqua, come scoprì la donna di Samaria, è l’acqua della vita che ristora e trasforma noi in fontane dell’amore.
Strada: Dio è la Via. Quando, come Simone lo Zelota, non troviamo la nostra strada, Gesù ci accompagna sulla giusta via, quella che conduce a Lui. Per capire quanto questa strada possa essere ardua, abbiamo fatto una passeggiata portando dei sassi che rappresentavano i nostri peccati, e abbiamo visto com’è piacevole lasciarceli alle spalle.
Forno: Dio è Pane. Il Pane che dà la Vita, il Pane che sfama. Gesù è il Pane vivo disceso dal cielo. Durante una piccola Messa abbiamo condiviso il pane, che è comunione con Dio e con i fratelli.
Lampione: Dio è Luce. È la Luce del mondo, Lui dice: “Chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”.

È stato un giorno un po’ particolare, visto che ci hanno svegliato alle 6.00 e, a stomaco vuoto, abbiamo passato un’ora e 20 minuti a contemplare il graduale passaggio dalla notte al giorno, dal buio alla luce, con una meravigliosa alba, quando il sole è sorto da dietro i monti.
Ma la luce non è solo quella del giorno, anche la notte è illuminata di stelle, che in montagna si vedono chiaramente, comprese le costellazioni, la via Lattea e le stelle cadenti.

Cimitero: Dio è Vita e Resurrezione, chi crede in Lui, anche se muore vivrà. Per questo il cimitero non è un luogo brutto, ma un pezzetto di terra che aspetta di diventare cielo.
Questo è il significato più profondo del campo, non avere paura né della vita, né della morte, ma dobbiamo essere vita per i fratelli.

L’ultimo segno di questo campo è stata una piccola chiave, consegnata ad ognuno di noi, a simboleggiare apertura e responsabilità per vivere nel villaggio-mondo come Gesù, e così dare vita alla speranza. Tutte le chiavi erano diverse, come lo siamo noi.

Sara Bianchini & Martina Perego



Pellegrinaggio a Sacro Monte


Giovedì 14 settembre, un bel gruppo di parrocchiani accompagnati dal Parroco, è andato in pellegrinaggio al santuario del Sacro Monte di Varese, santuario che, fra quelli dedicati alla Madonna e alla preghiera del Rosario, è fra i più noti della nostra regione sia per la sua antica e lunga storia, sia per la bellezza del luogo su cui sorge.

La tradizione dice che già sant’Ambrogio salì su questo Monte a pregare la Madonna. E poi ancora San Carlo, fino a Giovanni Paolo II.

Giunti al santuario abbiamo pregato per le vocazioni religiose e per tutta la comunità con la recita del Rosario e la Santa Messa. Abbiamo concluso il pellegrinaggio con la preghiera di affidamento a Maria e consegnato un piccolo dono a Rosa Parati, per farle sentire la nostra vicinanza, proprio in quei giorni il figlio don Mariolino partiva per l’Africa.

Un grazie a Rosa e Bice per le ottime torte che hanno allietato la merenda e a don Guglielmo che ci ha offerto una bevanda calda: quello che ci voleva visto il tempo e la pioggia che ci ha accompagnato tutto il pomeriggio.

Giuliana Baccigaluppi



Una famiglia davvero speciale


2 genitori, 3 figli, 3 ragazzi accolti. Vivono a Cornaredo in provincia di Milano e la loro casa si chiama “Casa famiglia Murialdo”.

Questa esperienza di accoglienza è nata nel mese di settembre 2001.

Francesco ha conosciuto il Murialdo grande educatore nei libri, alla facoltà di Scienze dell’Educazione.
Dopo la laurea e 3 figli piccoli, insieme con sua moglie Rosa, Francesco approfondisce la conoscenza delle case famiglie murialdine di Trento e si avvicina alla congregazione Giuseppina e anche alla nostra Parrocchia. “La Casa Famiglia Murialdo è riuscita a decollare grazie al sostegno, all'amicizia, alla collaborazione e ai momenti spirituali dei Padre Giuseppini e in particolare di don Mariolino a cui auguriamo di continuare il suo cammino di fede in Africa quanto in Italia”, così dicono Francesco e Rosa Attanasio.

Cornaredo non è vicinissima, ma spesso sono loro a essere presenti e vicini alla nostra comunità, nelle occasioni importanti, come al saluto a don Mariolino Parati in partenza per l’Africa. Li vediamo arrivare con i loro bellissimi e vivaci ragazzi ormai grandicelli. Nella foto la famiglia al completo insieme a Mariolino, davanti alla statua del Murialdo.

A Francesco e Rosa il nostro sostegno nella preghiera.


Concetta Ruta
conci.ruta@tiscali.it


Fotografie

Domenica 17 settembre alla Messa delle ore 10.00 il gruppo chierichetti al completo ha ricevuto la “Veste Bianca”. Questo importante momento era stato preceduto il 5 settembre da una gita pellegrinaggio al Sacro Monte di Varese(vedi foto sotto).



Francesca e Alessandro due giovani della comunità che si ritrova il sabato sera nella nostra parrocchia, questa estate sono andati in Guinea Bissau con un gruppo di giovani delle opere Giuseppine coordinati da fratel Marco De Magistris.


Alcune riflessioni
dei partecipanti al Ritiro di Montecastello

La lettera agli Efesini

evidenzia l’amore che Dio ha per ogni persona.
Ci ha scelti prima della creazione del mondo, predestinandoci a essere suoi figli adottivi. Perdona i nostri peccati, ci ricorda che tutto è dono, l’uomo è incapace di salvarsi da solo, non deve vantarsi di quello che compie, perché è forza di Dio.
Paolo invita i cristiani a vivere con coerenza il proprio battesimo.
Sembrano cose note, ma nel clima del silenzio e lontano dalle occupazioni quotidiane, ho potuto sostare per verificare il mio livello di fede, confrontandomi con la Parola di Dio e ho notato che spesso è solo una adesione intellettuale e non un aprirsi a Lui.
A conclusione di questa esperienza ho capito che anch’io nel mio piccolo ho il compito di manifestare la mia fede, di rinnovarmi e crescere nello Spirito a vivere da donna nuova, camminando sempre più verso l’amore di Dio, cercando di fare la sua volontà con l’aiuto dei fratelli e il sostegno della preghiera.

Silvia Casaleggi

Sono stata travolta

dalla consapevolezza dell’infinito amore che Dio Padre dona a ognuno di noi e, per opera del suo Figlio prediletto, Gesù, inonda di Spirito Santo i nostri cuori per far sentire anche noi figli diletti e amati. Grazie, Padre Celeste, ti amo con tutto il cuore.

Maria Scotti

Una pausa di silenzio

per approfondire, meditare e attualizzare la Parola di Dio.

Durante la settimana di ferragosto un gruppo di amici, guidati da don Alberto, si è recato all'Eremo di Montecastello nel comune di Tignale, sulla costa del lago di Garda. L'eremo è situato in un luogo bellissimo, silenzioso e invita al raccoglimento.

All'arrivo siamo stati accolti con l'abituale, fraterna e calorosa accoglienza da don Dino, dall'efficientissima suor Pier Anna e da suor Vincenza, ormai nota per la sua apprezzata cucina.
Oggetto della meditazione è stata la lettera di San Paolo agli Efesini, sapientemente commentata da don Dino, che ha dato anche indicazioni, suggerimenti e riferimenti biblici, per agevolare la meditazione, la contestualizzazione e l'attualizzazione dei capitoli di questa lettera.

Ed ecco alcuni temi affrontati da San Paolo e da attualizzare nella nostra realtà di cristiani.< Nella lettera agli Efesini vengono trattati due motivi teologici fondamentali:

  1. la figura di Cristo, il Signore di tutto il creato, che viene celebrato con un inno-benedizione all'inizio del primo capitolo. L'oggetto principale della benedizione è Dio Padre, cui è rivolta la lode, perché ha benedetto in Cristo, con ogni "benedizione spirituale" (1, 3) i credenti, collocandoli nella sfera celeste accanto a Lui.
  2. la Chiesa che ha il suo fondamento in Cristo. San Paolo considera la Chiesa una comunità di credenti, allora costituita da ex ebrei e ex pagani, uniti in un solo corpo, di cui Cristo, "nostra pace", è il capo (2, 14 e ss.).
  3. Anche noi, cristiani di oggi, desideriamo realizzare l'unità e la fraternità spirituale, tanto apprezzate da San Paolo in questa sua lettera, proprio perché la Chiesa è il segno dell'unità e della fraternità in Cristo.

    La salvezza di Dio è grazia: "Per grazia infatti siete stati salvati" (3,7). La grazia è dono gratuito di Dio, che ci mette in grado di essere partecipi della vita divina e di agire secondo l'amore di Dio mediante l'azione dello Spirito Santo.

    Giuseppe e Isa Bianca


    Mi rimane una grande gioia

    che si trasforma in preghiera di lode, ringraziamento e benedizione, per lo stupore della grandezza di Dio, per la sua meravigliosa misericordia, per il mistero che si apre, si riversa in noi, che entra dentro, che ci cambia, ci fa persone nuove.
    Mi porto dentro la certezza che Dio è amore generoso;
    che Dio ama ogni uomo, senza fare distinzioni;
    che Dio, per questo suo amore senza limiti per ogni uomo, ci ha donato Sè Stesso in Gesù Cristo suo Figlio.

    Offrendo liberamente la Sua vita per noi sulla Croce, ci innalza ad essere una cosa sola con Lui - nell’Eucaristia - nell’unico suo Corpo: la Chiesa. Quello che ci viene richiesto, come risposta al suo Amore generoso e gratuito, è di vivere la nostra “nuova vita” da cristiani “veri autentici” - non solo di nome - imitando Gesù, cercando in ogni cosa, ciò che è gradito a Dio.

    Maria Grazia Manetta

    La Parola di Paolo agli Efesini

    è rivolta anche a noi

    L’amore infinito di Dio, la sua misericordia, la sua tenerezza per l’uomo, non può lasciarci indifferenti.
    Il messaggio d’amore di Gesù Cristo, che ha dato la sua vita per la nostra salvezza, per darci la vita eterna, deve essere ricambiato con tutto il nostro cuore, con tutte le nostre forze.
    Ci esorta ad amare Dio Trinità Santissima, ad amarci tra noi come fratelli, come conviene a veri cristiani.

    Per me la Parola è vero cibo, è nutrimento per l’anima, sazia la mia fame di sapere e di capire. Non è sempre facile da vivere, ma non siamo soli, c’è lo Spirito Santo che viene in aiuto alla nostra debolezza.

    Sono felice di questo cammino di fede e di amore che voglio continuare per conoscere, per capire, per amare sempre più.

    Marisa Villani



    Le nuove attività in Via dei Giacinti

    La campanella d’inizio anno scolastico è suonata puntuale in Via dei Giacinti, ed è notizia meritevole d'attenzione perchè, visti i tanti potenziali imprevisti che comportava il trasloco del Liceo Marconi verso la sua sede definitiva, c’era il fondato timore che non si facesse in tempo a garantire spazi liberi per una regolare partenza della attività per i nuovi ospiti.

    Invece, con uno straordinario impegno e in poco più di un mese, l’intero edificio è stato preparato con interventi di tinteggiatura e di adeguamen-to dell’impianto elettrico e tante altre opere mar-ginali, per ren-derlo idoneo alle nuove funzioni didattiche.

    Sì, perchè di attività scolastiche si tratta, in quanto lo stabile resosi dispo-nibile è stato prontamente dato in affitto alla Fondazione ENAIP Lombardia (Ente Nazionale ACLI Istruzione Professionale), che opera nella formazione e riqualificazione professionale. Una grande realtà con 27 sedi nella nostra regione, con la presenza di circa 20.000 studenti e l'obiettivo di erogare servizi formativi orientati all’integrazione delle persone nel tessuto sociale, attraverso lo sviluppo professionale e civile, ai fini della carriera o per il mantenimento del posto di lavoro.

    In particolare, per i giovani, si vuole rispondere alle necessità formative per renderli pronti a rispondere alle domande di collaborazione qualificata che il moderno mercato del lavoro richiede.

    Non sono tenuti in secondo piano i princìpi della solidarietà, soprattutto verso chi è maggiormente soggetto a rischi di svantaggio ed emarginazione. Questo grazie sia alla lunga esperienza sul campo - l’Ente è sorto nel 1951 - sia soprattutto al fatto di essere una emanazione delle ACLI - Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani - motivo che è garanzia di serietà dell’istituzione, dell’impostazione educativa e dell’attenzione alle problematiche giovanili e del mondo del lavoro.

    Attualmente sono partiti corsi per impiantisti elettricisti, che offrono una preparazione in questo specifico campo, e per operatori ai servizi d’impresa, per la formazione e aggiornamento sulle nuove tecnologie, anche informatiche, che consen-tono di ben barcamenarsi nei lavori di un ufficio moderno. Le sezioni operanti sono diciassette, con corsi diurni e serali, composte ciascuna mediamente da una ventina di studenti, oltre a tre corsi specia-lizzati per disabili.

    La scelta operata nell'ac-cettare questo nuovo insediamento, è per noi un indiretto ritorno alle origini. Pensiamo a quello che è stato l'impegno originario della Congregazione dei Padri Giusep-pini a Torino, che aveva come punto di forza qualificante il recupero dei giovani tramite la formazione professionale. Ricor-diamo che proprio attività simili, nei primi anni Cinquanta, inaugu-rarono lo stabile a fianco della nostra chiesa, ancor prima che la sua costruzione fosse terminata.

    Abbiamo nuovi vicini, un’u-tenza totalmente diversa: non più liceali, ma altri giovani impegnati per una collocazione nel mondo del lavoro.

    Una nuova opportunità d’intervento solidale nei nostri quartieri, in linea col più genuino spirito murialdino.

    Gianni Ragazzi
    gianni.ragazzi@iol.it





    Carissimi amici,

    Dopo la pausa estiva riprendiamo il nostro cammino nella speranza che le vacanze siano state per tutti un periodo buono per riacquistare le forze fisiche e dedicarci con rinnovato impegno ai progetti e agli incontri che ci verranno proposti.

    Non possiamo dimenticare la perdita di Mariella e Luciana Dal Ben a cui va il nostro grazie e il nostro ricordo per quanto hanno donato al gruppo.

    Domenica 12 novembre 2006: ci ritroviamo per il tradizionale incontro annuale, una giornata da trascorrere serenamente insieme con questo programma:

    ore 10.30
    Ritrovo sul piazzale della chiesa ore 11.15
    S. Messa presieduta da d. Silvio
    ore 12.45
    aperitivo - pranzo - pomeriggio in allegra compagnia.
    per l’adesione telefonare antro il 6 novembre a
    Fraioli, 029688805 Guffanti, 0293257813 Giancarlo bar oratorio Quota di partecipazione € 20

    Vi aspettiamo numerosi!

    Vi comunichiamo che nostro malgrado negli ultimi mesi sono aumentate le spese postali per la spedizione di “Camminare Insieme”. Sicuramente troveremo insieme il modo di mantenere l’adesione a questo bollettino che ci aggiorna sulla vita della parrocchia, mantenendo vivo il dialogo tra noi.
    Aspettiamo anche qualche scritto da pubblicare sul Bollettino.
    Un cordiale saluto a tutti!

    Francesca Montanari


Santiago 2006:
in 140 per camminare sulla strada di Dio

Non sei tu che fai il cammino, ma è il cammino che ti fa

È questa la frase che quest’anno ha guidato la proposta estiva fatta dai Giuseppini del Murialdo. Una proposta accolta da 140 giovani delle opere di tutta Italia, appartenenti alla famiglia murialdina, che hanno accettato di camminare in pellegrinaggio verso Santiago dal 4 al 14 agosto.

Ritrovo per tutti a Torino e partenza con 3 pullman verso Sarria, da dove è iniziato il cammino di 112 Km che ci ha portati verso la tomba di San Giacomo.

E quella frase guida, che all’inizio sembrava un po’ strana, ogni giorno ha acquistato un po’ più senso. Ognuno di noi è entrato momento dopo momento sempre più dentro a questa esperienza. Un’esperienza fatta di fatica, di gioia, di amicizia, di cammino, di condivisione, di riflessione su noi e su Dio, aiutata anche dalle catechesi che ogni mattino venivano proposte prima di partire per la tappa quotidiana.

E quando si è nel cammino ci si sente proprio completamente nelle mani di Dio, affidati alla sua volontà. Non si forzano eventi, incontri, fatti, discussioni, ma si vivono le emozioni del momento come vengono. Ed è bellissimo rendersi conto che quelle emozioni più passa il tempo più aumentano e si legano a delle cose sempre più semplici che nella nostra quotidianità facciamo fatica a valorizzare e capire. Nel cammino acquista valore il tempo, una fontana, la fatica, il condividere gioie e difficoltà, un piatto di pasta pronto, una doccia calda, un sorriso, un abbraccio, un “come va?”… e tutte queste cose ti danno la forza di continuare. Ogni giorno arrivi stanco e ogni mattino ti alzi alle 5 felice e pronto per ripartire. E lì capisci che il cammino non è semplice strada da percorrere, ma è metafora di vita, è momento in cui si ricerca Lui, la Forza che ti fa andare avanti.

Per ognuno di noi questa esperienza ha significato tanto a livello personale e di comunità. Ogni giorno è coinciso con nuove esperienze, nuove amicizie, nuove emozioni, fino all’indimenticabile arrivo alla cattedrale in cui abbiamo avuto la fortuna di poter celebrare e animare la Messa del pellegrino.

E se mi devo portare via un ricordo di sicuro sono le tante lacrime scese dal mio volto e da quello di molti altri amici. Lacrime che significano cambiamento e conversione e che rappresentano la nostra unione, la nostra amicizia vera che ci lega lungo tutta l’Italia, il nostro sentirci davvero una sola e ben unita famiglia come sognava il Murialdo.

Credo che ognuno di noi, torni con tanta speranza perché forse il nostro vero cammino inizia solo ora. Ciò che auguro a tutti è di essere capaci e pronti a continuare a camminare affidandoci sempre completamente alle mani di Dio perché non sei tu che fai il cammino, ma è il cammino che ti fa.

Paolo, dell’opera di Thiene




Gli amici della filo-sophia

Nel precedente articolo si è accennato al fatto che la filosofia di Tommaso vuole essere una filosofia dell’essere e dell’esistente.
Cosa significa?
Per poter costruire razionalmente - cioè filosoficamente - le sue idee teologiche, egli ebbe bisogno di partire dalla definizione di ente e di essenza.

Cos’è un ente?
Ente è qualsiasi cosa esista. Anche i nostri pensieri esistono, ma non possiamo certo affermare che tutto ciò che pensiamo esiste così come lo pensiamo. Tommaso parla allora di un ente logico e di un ente reale che devono essere tenuti ben distinti. Se una persona dice “l’affermazione è contraria alla negazione”, dice il vero, ma l’“è” non significa l’esistenza della “affermazione”. Ossia l’“affermazione” è un concetto, un pensiero che non possiede un’esistenza reale.
Ciò che possiede un’esistenza reale è di fatto colui che pronuncia le affermazioni.

Un altro esempio. Se noi parliamo di “umorismo” e diciamo che “l’umorismo è la capacita di far ridere”, questo non significa che l’“umorismo” esista. Esistono invece le persone che sono umoristi. “Umorismo” e “affermazione” sono definiti universali, ossia sono concetti, in quanto sono il risultato della capacità di astrazione dell’uomo, della capacità di deduzione che l’uomo possiede nei confronti della realtà. Non sono, però, reali poiché solo l’individuo è reale.

Cosa ci interessa, potreste chiedere, tutto questo discorso, diciamo la verità, assai complesso? Il problema degli universali ha a che fare con il mio modo d’essere persona.
Una delle caratteristiche che distinguono l’uomo dagli animali è quella di essere capace di inventare sempre cose nuove, di avere creatività, di comunicare con gli altri e quindi di condividere le proprie scoperte. Gli universali allora diventano indispensabili per poterlo fare. Considerarli degli enti allo stesso modo delle cose, oppure semplicemente una emissione di voce o, ancora, una capacità umana, permettetemi di dire che fa una bella differenza.

Chiediamoci dunque cosa sia l’ente reale.
Tommaso risponde: ogni realtà, sia il mondo, sia Dio sono enti poiché esistono; tuttavia, Dio è l’essere, mentre l’uomo ha l’essere.

Citando il libro dell’Esodo Dio dice ad Abramo “io sono Colui che è”. Innanzitutto, Dio esiste da sempre, non è stato creato da qualcuno, l’esistenza non Gli è stata data, ma Gli appartiene. Invece il mondo e l’uomo esistono poiché Dio è. La natura di Dio, la sua essenza, è quella di essere, di esistere. La natura del mondo e dell’uomo è quella di poter essere, di poter esistere.

Il tema dell’essere appartiene al mistero, è il fondamento di quello stupore che dovrebbe cogliere l’uomo quando pensa che tutto ciò che esiste potrebbe non esistere e se esiste è solo perché gli viene donato l’essere.

In conclusione l’ultima citazione è di Giovanni Reale quando di Tommaso dice: “una tale filosofia è ottimista, perché scopre al fondo di ciò che è un senso profondo; è una filosofia del concreto, poiché l’essere è l’atto grazie al quale le essenze esistono di fatto. Ma questa è anche la filosofia di un credente, […] poiché solo questi può cogliere l’atto fondante e positivo grazie al quale c’è qualcosa anziché il nulla”.

Valentina Caleca





Lettere


Un gruppo di nostri anziani accompagnati da don Guglielmo il 15 agosto 2006 hanno partecipato al pranzo offerto dal comune di Milano con la presenza del Sindaco e dell’Assessore che scrivono.


Al gruppo anziani della parrocchia San Leonardo Murialdo

Carissimi,
vi rinnovo i miei sentimenti di gratitudine per l’affettuosa accoglienza che mi avete riservato: il mio primo ferragosto da sindaco è stato veramente speciale grazie alla vostra simpatia e al vostro entusiasmo. Un cordiale saluto a tutti voi e al vostro parroco.


Letizia Moratti

Caro don Guglielmo,
la ringrazio vivamente per l’augurio che ho sentito nel messaggio pervenutomi. Auspico nel futuro di poter collaborare nelle attività dell’Assessorato alla Famiglia e Politiche Sociali. Cari saluti

Mariolina Maioli
(Assessore Politiche Sociali)


Ottobre mese Missionario
22 ottobre Giornata Missionaria Mondiale

In parrocchia "Cambio del pasto" durante tutte le Messe
ricordiamo con la preghiera tutti i missionari, i laici e i religiosi, che in ogni angolo del mondo portano la Buona Novella





Ferocia

Tommasino, tenero dolce bambino piangevi perché indifeso quando un assassino feroce ha spento per sempre la tua voce.
Ora i tuoi occhi azzurri non sorrideranno più su questa terra ma splendono nel cielo, dove non c’è guerra.
Noi tutti impotenti al comune dolore, stendiamo un velo, nella memoria del tuo piccolo cuore.

Giusy Cabrini




Fotografie

16 settembre 2006: don Mariolino Parati con alcuni parenti e amici, dopo la Santa Messa e il saluto alla nostra comunità.
A presto Mariolino e buon cammino!